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Una Pirelli poco conosciuta: quella sostenibile

Smettiamo di immaginarci fabbriche voraci, dove il consumo di risorse naturali è smisurato con sprezzo del futuro della Terra, dove i dipendenti  sono solo sfruttati e non c’è interesse alla loro dignità e al benessere delle loro famiglie, dove l’unico obiettivo è il profitto e non c’è nessuna coscienza dello spreco e dell’inquinamento legato all’attività produttiva.

Una Pirelli poco conosciuta: quella sostenibile

E’ difficile, ma proviamo a cancellare questa immagine tradizionale della produzione, specie di quella pesante come gli pneumatici, per fare posto ad un immagine diversa, di un’azienda che faccia veramente qualcosa per limitare il suo impatto verso l’ambiente, un’azienda che si sia resa conto che la sua attività porta ad emettere una notevole quantità di anidride carbonica e ha delle grandi conseguenze nel consumo di risorse naturali, immaginiamo una grande azienda che abbia a cuore la condizione dei suoi lavoratori, in qualunque Paese del Mondo si trovino e che lo provi con progetti concreti.

Stiamo parlando di una realtà manifatturiera italiana molto conosciuta che nel tempo si è costruita un ottimo nome come brand, non solo di pneumatici; stiamo parlando di Pirelli.

Ne conosciamo le attività attraverso le pubblicità, grazie al contributo di famosi illustratori, pittori e fotografi affermati, agli house organ e alle riviste, e perfino ai calendari, tutti modi di ‘comunicare’ Pirelli che si sono succeduti fin dalla sua fondazione, e che hanno contribuito a diffonderne l’immagine ed i prodotti.

Una pubblicità Pirelli del 1951 realizzata da Riccardo Manzi

Eppure ci sono alcune cose che non sono note o poco ‘raccontate’ sia dai media tradizionali che da quelli digitali, e cioè che da alcuni anni Pirelli lavora in modo concreto e misurabile per ridurre il suo impatto sull’ambiente. Questi sforzi meritano invece di essere appunto, ‘raccontati’.

Siamo andati a vedere cosa succede e vi vogliamo spiegare in cosa consista questo impegno per non danneggiare la salute del nostro Pianeta.

Si tratta di una responsabilità verso una maggiore sostenibilità che coinvolge tutta l’azienda, e che investe l’intera catena del valore dell’azienda, andando ad incidere sui suoi settori-chiave e coinvolgendo tutti coloro che in qualche modo interagiscono con la vita aziendale, dai vertici manageriali ai clienti, dai collaboratori alle comunità in cui sorgono uffici e siti produttivi.

Sede di Pirelli a Milano Bicocca

Per fare questo sono state identificate 4 grandi aree principali cosí da concentrare maggiormente gli sforzi e darsi degli obiettivi raggiungibili attraverso dei  piani quinquennali:

  • approvvigionamento delle materie prime e soprattutto della gomma naturale piú green
  • maggiore tutela dei diritti e delle condizioni dei lavoratori
  • catena logistica e una distribuzione meno impattante per l’ambiente
  • ciclo di vita del prodotto (soprattutto gli pneumatici) piú sostenibile

I primi risultati devono essere raggiunti già nel 2017 in percentuali misurabili che spieghino in maniera concreta l’impegno assunto.
Ecco quindi dei goal come la riduzione del 15% delle emissioni di CO2 in tutto il processo produttivo entro il 2020. Oppure la riduzione della resistenza al rotolamento degli pneumatici (un impegno legato a tutto il ciclo di vita del prodotto) del 40% per il 2020 (rispetto al 2007).

Sono impegni che hanno un riflesso reale sull’ambiente: immaginate cosa significa questa riduzione delle emissioni di anidride carbonica applicata a 20 fabbriche di pneumatici con 37mila dipendenti nel Mondo!
E che tipo di impatto possa avere un pneumatico piú performante sul risparmio di carburante di un veicolo quando si vendono milioni di gomme in un anno…

Pirelli inoltre si propone anche di affiancare i Governi nella loro politica ambientale volta a contrastare i cambiamenti climatici e per fare questo ha aderito alla Conferenza delle Nazioni Unite (COP21) sostenendo un tavolo sulla cooperazione pubblico-privato in cui ha portato avanti la necessità da parte delle imprese di introdurre un sistema di rendicontazione del proprio carbon footprint e la creazione di un sistema di prezzi della CO2 che ogni azienda deve poi essere pronta a pagare per compensare le proprie emissioni.

Un ciclo di vita del prodotto piú sostenibile

Oltre alla partecipazione come player attivo sul palcoscenico globale della sostenibilità, Pirelli sta lavorando anche al suo interno per diminuire l’impatto ambientale dei suoi prodotti sia dal punto di vista produttivo che durante il loro ciclo di vita.

Stabilimento di Rome in Georgia, USA

In particolare, il consumo di elettricità e di acqua nel processo manifatturiero e l’utilizzo degli pneumatici da parte del cliente sono i due aspetti più significativi, ridurli significa aumentare la sostenibilità. In termini di risparmio di carburante, è proprio quest’ultimo aspetto che fa la differenza, perché è direttamente collegato alla resistenza al rotolamento da parte del pneumatico; per capirci, per vincere tale resistenza il veicolo deve usare una maggiore quantità di benzina. E questo discorso vale anche per i veicoli elettrici, in cui aumenta anche la riserva di carica. Si tratta di  un parametro che Pirelli sta cercando di migliorare, ma bisogna sempre tener conto del fattore sicurezza, ossia garantire comunque un’ottima aderenza all’asfalto.

Un approvvigionamento delle materie prime piú green

Anche la scelta di materie prime alternative può dare un contributo all’ambiente. Per questo Pirelli ricerca materiali nuovi che non necessitino di  piantagioni estensive come accade per gli alberi della gomma (per esempio usare la gomma ricavata dal Guayule) ed è in fase di ricerca la possibilità di sostituire almeno parzialmente silice e nero di carbonio – due filler necessari per realizzare le mescole degli pneumatici che conferiscono proprietà specifiche – con sostanze alternative nanostrutturate di origine minerale e vegetale, con un minore impatto ambientale, che può arrivare a consumare CO2 e acqua fino al 75% in meno (per esempio la lolla di riso).

Una catena logistica e una distribuzione meno impattante per l’ambiente

Da qui nascono iniziative come la gestione degli pneumatici fuori uso, del riciclo e del loro recupero, la volontà di ricorrere alle energie pulite fino al 30% del totale. Il consumo di acqua durante la produzione e la distribuzione è diminuito del 42%, mentre il recupero dei rifiuti è arrivato 18%.

Una maggiore tutela dei diritti e delle condizioni dei lavoratori

Sia i lavoratori che le comunità locali sono coinvolte in progetti di sostegno che vanno dalla formazione di giovani nelle aree più a rischio e svantaggiate ad almeno 8 giorni di formazione in un anno, da attività di supporto ai farmer per la gestione delle piantagioni di gomma naturale alla diffusione di programmi per una maggiore sicurezza in fabbrica, da un poliambulatorio in cui prendersi cura della salute alle borse di studio per i figli più meritevoli.

Questa nuova coscienza green di Pirelli si è concretizzata in tantissime iniziative, molte concluse e altre in corso d’opera, ma è sempre guidata dalla considerazione che il tempo, le risorse e il denaro speso per diventare più sostenibili sono sempre pochi per salvare la Terra dalla sua distruzione.

Published by
Rossella Vignoli