Belli, nel colore e nella forma, tanto da sembrare quasi… di plastica! E in effetti, nella maggior parte dei casi, i pomodori che troviamo sui banchi dei supermercati hanno un sapore che tradisce le aspettative “nutrite” grazie al loro aspetto invitante. Il segreto della scarsa sapidità dei sempre più rossi pomodori è in un gene, individuato dai ricercatori dell’Università della California, che hanno osservato e studiato i processi di maturazione di diverse varietà di pomodori.
Il gene in questione si chiama Glk2 e controlla anche lo sviluppo delle centraline della fotosintesi (cloroplasti) che convertono la luce del sole negli zuccheri e in altri composti, che vanno a influenzare sapore e colore. Se il gene si mantiene intatto, durante la maturazione produce sostanze aromatizzanti che conferiscono gusto e sapore al frutto. L’aspetto più ‘spiacevole’ della sua azione è che impedisce al pomodoro una colorazione integrale di un bel rosso uniforme.
Per evitare di compromettere esteticamente i raccolti, nel corso degli anni gli agricoltori hanno selezionato solo varietà di pomodori che alla fine del processo di maturazione acquisissero una colorazione rossa intensa. Tutto ciò a scapito del sapore, che così è andato via via degradandosi.
La soluzione? Ora che si è scoperto il meccanismo, gli esperti sostengono che basterà manipolare in laboratorio il gene in modo da aumentare il sapore, senza compromettere il colore impeccabile.
Noi continuiamo a preferire i pomodori – magari bruttini e un pò verdastri – del nostro orticello, coltivati con metodi sostenibili e senza pesticidi!
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