L’equiseto (equisetum arvense) detto anche ‘coda cavallina’ o ‘coda di cavallo’ è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle equisetaceae che comprende 35 specie di cui 15 diffuse in tutta Europa. L’equiseto arvense è l’unica utilizzabile in ambito officinale, tutte le altre specie sono tossiche. A seconda del clima e delle latitudini, l’equiseto si presenta come pianta sempreverde (Tropici) e tende ad appassire nelle zone temperate o miti. Dal punto di vista botanico, la caratteristica principale dell’equiseto è la forma geofita rizomatosa, che porta cioè le gemme in posizione sotterranea.
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La storia
L’equiseto è tra le piante più antiche del pianeta. Resti fossili di questa specie, infatti, dimostrano che l’equiseto fece la sua comparsa sulla terra 345-390 milioni di anni fa, alla fine del Devoniano. Tutto questo fa dell’equiseto l’unico discendente delle piante giganti simili a felci che 300 milioni di anni fa ricoprivano la superficie terrestre.
Fin dall’antichità, la parte centrale rizomatosa della pianta veniva utilizzata per curare molte forme di asma.
Un tempo l’equiseto veniva impiegato in cucina dalle contadine per realizzare frittelle e zuppe con i suoi germogli più teneri.
Le proprietà
In erboristeria, l’equiseto viene utilizzato per il suo ricco apporto di silice, sali minerali e flavonoidi. È noto per le sue proprietà diuretiche e remineralizzanti che giovano soprattutto al rafforzamento delle ossa, alla dentizione e alla crescita di unghie e cappelli. In fitoterapia l’equiseto viene impiegato sotto forma di estratto per prevenire e curare l’osteoporosi e favorire la diuresi (estratto fluido).
L’equiseto è un ottimo coadiuvante nel trattamento degli inestetismi cutanei come smagliature e cellulite, poiché esercita un’azione rassodante, levigante ed elasticizzante sulla pelle. Non meno importanti le proprietà astringenti e antinfiammatorie che fanno dell’equiseto un ottimo coadiuvante nel trattamento della congiuntivite e delle infimmazioni a carico di mucose e palpebre (collirio, sciacqui, gargarismi).
Attenzione alle interazioni con altri farmaci – diuretici e cardioattivi – e non usarlo in caso di insufficienza renale. Consultare sempre il proprio medico di base o erborista di fiducia.
La ricetta
Con la parte aerea della pianta essiccata si può preparare un ottimo infuso rimineralizzante e diuretico.
Preparazione. Mescolate tutte le erbe e alla bisogna prenderne due cucchiai rasi da far macerare in 1 litro d’acqua bollente. Filtrate e bevetene una tazza al mattino e una alla sera, per avere beneficio notevole.
Immagine via shutterstock.
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