Oggi vi proponiamo il nostro speciale su come riconoscere e curare la puntura dei pappataci. Molto diffusi in estate, specie nelle zone più umide, i pappataci sono insetti da non sottovalutare. Pungono come le zanzare ma possono trasmettere malattie infettive molto gravi come la leishmaniosi, che possono essere letali soprattutto per i cani.
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I pappataci (Phlebotomus) sono dei ditteri nematoceri appartenenti alla famiglia degli Psicodidi. Molto simili alle zanzare, sono però molto più piccoli rispetto a queste. I pappataci infatti raggiungono una lunghezza massima di 3-4 millimetri (pari a circa 1/3 delle zanzare).
Entrambe le specie sono insetti ditteri, ovvero, dotati solo di un paio di ali. Quelle posteriori, infatti, nel corso del tempo, si sono trasformate in bilancieri, organi utili a fargli mantenere l’equilibrio in volo.
Inoltre, sempre come accade con le zanzare, solo le femmine dei pappataci sono ematofaghe, ovvero si nutrono di sangue, sia umano che animale. I maschi dei pappataci, invece, per poter sopravvivere, si nutrono di sostanze zuccherine. Sono infatti chiamati glicifagi.
Essendo molto piccoli, è difficile identificarli con precisione. Visti al microscopio, i pappataci sono color giallo paglierino, giallo ruggine o tendente al grigio. Il corpo è completamente rivestito di peli, mentre il torace, incastonato nell’addome, formare un angolo di circa 90 gradi.
I pappataci hanno grandi occhi scuri, di forma allungata, posti ai lati della testa. Il loro apparato boccale, che svolge funzioni pungenti e succhianti, è costituito da una proboscide corta rivolta verso il basso.
Infine, hanno antenne lunghe e ali ovali, molto più grandi rispetto al resto del corpo.
La stagione dei pappataci inizia in primavera e va avanti fino all’autunno, intensificandosi durante i mesi estivi. A causa dei cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, non è raro incappare nei pappataci anche in autunno inoltrato e in pieno inverno.
Gli orari in cui la loro azione è più persistente ed efficace sono l’alba e il tramonto. Durante il resto del giorno, invece, preferiscono riposare in ambienti umidi e protetti: nelle crepe o nei buchi del terreno, nei muri, sotto il fogliame o anche nei ristagni di acqua delle piante.
L’habitat naturale dei pappataci si trova nelle zone pianeggianti o collinari con un clima caldo e un ambiente umido e poco luminoso. In Italia, sono molto diffusi lungo le coste del centro-sud e nelle isole.
Tuttavia, per effetto dei recenti mutamenti climatici, i pappataci – così come altri parassiti – stanno modificando il loro ciclo biologico. Hanno cominciato a colonizzare anche zone dell’Italia settentrionale e riescono a sopravvivere anche in autunno inoltrato e in inverno.
Essendo molto piccoli, si sanno infilare praticamente ovunque, anche negli spazi più piccoli, come crepe e fessure nei muri, nei tronchi degli alberi, in un angolo del terreno…
I pappataci evitano la luce e i raggi del sole. Essendo molto piccoli (3-4 mm) e facilmente mimetizzabili con il colore giallo paglierino, ruggine, si nascondono facilmente in qualsiasi fessura, nei condotti fognari, nelle tane e nelle cucce degli animali, o comunque, in tutti gli spazi ombreggiati e areati.
Proliferano soprattutto negli ambienti umidi e ricchi di detriti organici.
Date le minuscole dimensioni e per il fatto che agiscono al buio, sono molto difficili da individuare. Tra l’altro, sono anche molto silenziosi. Non emettono il tipico ronzio delle zanzare. Pertanto, pungono silenti.
Questi insetti pungono perché hanno bisogno di alcune proteine contenute nel sangue per completare il loro ciclo vitale.
Attraverso la proboscide, rilasciano una sostanza anticoagulante che induce il nostro sistema immunitario a rilasciare istamina. Ed è proprio quest’ultima che viene prodotta per difendersi da un agente esterno e che provoca le classiche reazioni di:
La puntura può formare una piccola protuberanza o una papula sulla pelle. Questa protuberanza può essere di colore rosa o rosso.
A volte, la puntura di pappataci può provocare la cosiddetta “febbre da pappataci”. Del tutto simile alla sindrome influenzale, provoca un aumento della temperatura corporea, brividi, senso di malessere generale e mal di testa. Il tutto scompare nel giro di 3-4 giorni.
Quando il pappataci punge la pelle, possono comparire anche lesioni mucolo-papulose che provocano prurito e talvolta anche dolore.
È la saliva iniettata che provoca questi effetto. I soggetti allergici alla loro saliva, possono presentare una forma eritematosa e, nei casi estremi, avere potrebbero avere uno shock anafilattico.
In caso di reazione allergica, specie se grave, è opportuno consultare immediatamente un medico.
I pappataci sono molto temuti perché, attraverso la loro puntura, possono trasmettere parassiti, batteri e virus correlati alla comparsa di determinate malattie infettive. Vediamole insieme
In particolare, sono vettori del protozoo parassita noto come Leishmania spp.
La Leishmaniosi, che può colpire l’uomo ed alcuni animali tra cui il cane, è una malattia piuttosto frequente nei cani randagi. Può manifestarsi in forma cutanea lieve o viscerale. In quest’ultimo caso, va a compromettere la funzionalità degli organi e può addirittura essere letale per il cane.
La malattia può risultare pericolosa anche per l’uomo causando ulcere sulla pelle e il rigonfiamento di alcuni linfonodi. I sintomi possono durare per mesi, per poi, sparire in maniera spontanea lasciando cicatrici sulla pelle.
Nel nostro Paese, la Leishmaniosi canina trasmessa all’uomo è quasi sempre curabile con terapie mirate. Tuttavia, la patologia può rivelarsi molto pericolosa in soggetti fragili e con sistema immunitario indebolito.
La leishmaniosi nell’uomo si può presentare in due forme:
Analizziamole più nel dettaglio.
Il decorso della malattia porta alla formazione di vere e proprie ulcere e al rigonfiamento di alcuni linfonodi. Di solito, le ulcere spariscono spontaneamente, ma possono essere necessari mesi, se non addirittura anni. E, comunque, tali lesioni lasciano quasi sempre delle antiestetiche cicatrici.
È una malattia subdola e difficile da diagnosticare, anche perché ha un’incubazione piuttosto lunga e i sintomi possono manifestarsi nell’arco di alcuni mesi o, a volte, addirittura entro qualche anno. Si tratta sicuramente del caso più preoccupante perché provoca l’ingrossamento di fegato e milza, l’alterazione dei valori del sangue con una significativa diminuzione di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Nei casi più gravi, e se non curata per tempo, la leishmaniosi può condurre alla morte.
Al momento, va ricordato, non esiste ancora un vaccino per l’uomo.
Purtroppo non è ancora finita. I pappataci, infatti, sono responsabili anche di altre malattie nell’uomo, come meningite ed encefalite ma anche altre patologie:
Non è possibile sapere subito se la puntura rischia di trasmettere un’infezione. La comparsa di lesioni come ulcere deve insospettire e richiedere l’intervento di un medico.
Nel bestiame, invece, possono provocare anche la stomatite vescicolare.
Oltre che l’uomo, i pappataci pungono anche gli animali, specie i cani. E in genere, la puntura dei pappataci, è più virulenta proprio su di essi. Quando la saliva di questi insetti è infetta, la sua inoculazione sottocutanea può infatti provocare conseguenze gravissime per i nostri amici a 4 zampe, fino a portarli addirittura alla morte.
La malattia di cui stiamo parlando è la cosiddetta Leishmania infantum, che può essere anche asintomatica. In tale evenienza, l’animale la incuba per mesi e anni prima di trasmetterla all’uomo o ad altri animali.
Per ridurre l’incidenza di questa pericolosa malattia è opportuno seguire una scrupolosa profilassi e ricorrere alla vaccinazione.
Come abbiamo appena spiegato, la puntura dei pappataci è molto pericolosa per i cani in quanto, una volta punti, possono addirittura rischiare la morte. Per proteggere i nostri fedeli amici, ecco alcuni utili consigli da mettere in atto:
Dal momento che, come abbiamo visto, la puntura di pappataci non è nulla di così gradevole da testare, è meglio prevenire mettendo in atto alcune mosse strategiche almeno per ridurre il rischio.
Ovviamente, come per le zanzare, le api, le mosche e qualsiasi altro tipo di insetto molesto, in commercio esistono vari tipi di repellenti, disponibili in spray, salviette, stick, etc…
Noi, però, ci concentreremo su azioni preventive e rimedi naturali. Vediamoli insieme qui di seguito.
Se alla fine, nonostante tutte le precauzioni messe in atto, veniamo comunque punti dai pappataci, vediamo qui di seguito alcuni rimedi naturali efficaci per alleviarne le conseguenze:
Ecco come proteggersi da altri insetti in modo naturale.
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