Quante volte vi sarà capitato di dire, o magari di sentirvi dire l’espressione “avere 7 vite come i gatti”. In genere si usa questa frase quando si parla di qualcuno che riesce sempre a scamparla dai pericoli o che si riprende alla svelta da infortuni e malasorte. Il riferimento è chiaramente alla tipica agilità felina. La credenza che i gatti abbiano più di una vita è diffusa in molte culture. Secondo alcuni i gatti avrebbero 7 vite, e secondo altri addirittura 9. Numeri non casuali ma che hanno una valenza simbolica profonda che affonda nei tempi antichi e nella religione. Ma allora, quante vite hanno i gatti?
Approfondiamo la questione nella realtà e prendendo spunto da miti e leggende?
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I gatti, come qualsiasi essere vivente, hanno una sola vita. Tuttavia su di essi aleggiano miti e leggende popolari. In alcune culture si ritiene che i gatti abbiano 7 vite, mentre in altre si pensa che ne abbiano addirittura 9.
7 o 9 vite che si pensi, il significato di questa credenza è il medesimo, ovvero che i gatti riescano sempre a scamparla.
Il riferimento è chiaramente all’agilità del gatto, al suo sviluppatissimo senso di equilibrio e alla sua veloce capacità di ripresa. Tutte doti che gli consentono di mettersi al riparo in caso di pericolo e di atterrare sulle zampe a seguito di una caduta.
Tornando alla diffusa credenza popolare, in Italia diciamo che il gatto ha 7 vite. Gli inglesi, invece, ritengono ne abbiano ben 9. Insomma, tutto dipende da culture e tradizioni.
In ogni caso, entrambi questi numeri racchiudono significati esoterici su cui ci soffermeremo più avanti nel corso di questo articolo.
A seconda delle varie culture, i gatti hanno 7 o 9 vite. Ma perché sono stati presi proprio questi numeri? A seconda della credenza a cui si fa riferimento, queste cifre hanno significati simbolici.
Nelle culture occidentali, come ad esempio da noi in Italia così coma anche in Spagna, si ritiene che i gatti abbiano 7 vite.
Per molte culture e per molti secoli, il numero 7 ha rappresentato un numero sacro. Vediamo vari significati.
Ne consegue pertanto che il 7 rappresenta:
In altre culture, invece, come ad esempio quella anglosassone, si pensa che i gatti abbiano 9 vite. Anche questo numero è un numero denso di significati. In ogni caso, c’è anche chi lo ricollega alla frusta a nove code, facendo così una gran confusione.
Ma vediamo quali sono i principali riferimenti simbolici del numero 9.
In definitiva, quindi, alla domanda “quante vite hanno i gatti”, la riposta varia a seconda delle leggende e dei simbolismi a cui si vuol fare riferimento.
Secondo molte credenze culturali, i gatti avrebbero 9 vite. È il caso ad esempio dell’Inghilterra. Secondo noi italiani, invece, i gatti avrebbero “solamente” 7 vite.
Ma perché per indicare uno stesso modo di dire, due Paesi utilizzano cifre diverse?
Con grande probabilità, i modi di dire dipendono dalle aspettative di vita diverse che hanno gli umani, nello specifico, gli inglesi e gli italiani.
Ad ogni modo, italiani o inglesi che siano, i gatti hanno sempre e solo una vita soltanto.
Il gatto domestico è un animale piuttosto longevo che, in genere, vive di più del cane.
La vita media di un gatto è di 15-20 anni ma, in alcuni casi, specie se viene controllato periodicamente dal veterinario, se sottoposto alle dovute vaccinazioni e se sterilizzato, può addirittura superare i 20 anni.
La durata di vita media di un gatto dipende molto poi anche dalla razza. Alcuni esemplari, come i siamesi e i ragdoll, hanno un’aspettativa di vita più lunga al punto da poter arrivare anche ai 25 anni di età senza particolari problemi.
I gatti randagi, invece, hanno una durata di vita media più bassa. Vivendo per strada, infatti, sono costantemente in balia di pericoli e incidenti. La vita media di un gatto randagio è di 2-5 anni.
Stando ai primati da Guinness, pare che il “gatto più anziano di sempre” avrebbe vissuto fino a 38 anni e 3 giorni, pari a 168 anni di noi umani!
Quando si dice a qualcuno che ha “7 vite come i gatti” ci si vuole riferire alla sua straordinaria capacità di riprendersi da infortuni, avversità o incidenti.
Il riferimento è, chiaramente, all’agilità tipica del gatto, che può cadere da altezze importanti ed atterrare “in piedi” senza farsi male, al suo eccezionale senso dell’equilibrio e al suo essere sprezzante di fronte a ogni genere di pericolo.
Va subito premesso che i gatti invecchiano più velocemente nei primi anni di vita, fino al compimento dei 2 anni di età.
Il primo anno corrisponde a 15 anni, mentre il secondo anno a 24 anni. Una volta raggiunti i 2 anni, il calcolo si semplifica perché, ogni anno, va calcolato come 4.
Ecco indicativamente uno schema in cui vengono messe a confronto le varie fasi di crescita di un gatto a quelle di un umano.
Proseguendo con questo schema equiparativo:
Il primo anno di vita di un gatto corrisponde a 15 anni, il secondo anno a 24 anni. Dopodiché, ogni anno successivo va moltiplicato per 4.
per fare un esempio pratico, quindi, per un gatto di 6 anni, si contano i primi 2 anni come 24 anni, a cui poi aggiungere 4X4=16. Il gatto in questione avrà quindi 40 anni circa.
Ecco il nostro approfondimento specifico dedicato a come calcolare l’età del gatto in rapporto agli anni umani.
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