Ricavare energia dai pioppi: come?
Diminuire la dipendenza dai rifornimenti di petrolio e tutelare l’ambiente sono i principi cardine delle energie rinnovabili.
Oggi vogliamo darvi un accenno sulla pioppicoltura, un fenomeno ancora tutto in espansione e oggetto di grande attenzione.

La coltivazione del pioppo è alla portata di tutti, poichè l’impegno richiesto è davvero minimo. Cresce ovunque, indipendentemente dal tipo di terreno e dalle condizioni climatiche, e gli attacchi da parte dei parassiti sono molto rari.
Un gruppo internazionale di ricerca, sotto la guida dell’U.S. Department of Energy’s Joint Genome Institute, è riuscito ad isolare il genoma di un tipo di questa pianta, il Populus trichocarpa. Si tratta di una scoperta rivoluzionaria che potrà consentire di gestire la produzione del legno ai fini energetici. Fra questi geni ne sono stati individuati 93 che sono fondamentali per la produzione di cellulosa ed emicellulosa, da cui si può ottenere l’etanolo utile per la combustione.
In Italia da qualche anno la pioppicoltura ha attirato l’interesse di vari enti.
Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, PowerCrop e il gruppo Maccaferri sono tra gli esponenti di primo piano. Il gruppo si è fatto portavoce dell’iniziativa di creare una filiera agroenergetica partendo dai semi di girasole e dal legno dei pioppi.
Grazie anche alla riconversione degli ex zuccherifici dell’Eridania Sadam, ogni anno 400.000 tonnellate di cippato di pioppo (cioè legno tagliuzzato) e 160.000 tonnellate di semi di girasole alimenteranno gli impianti. Verrà garantito un notevole aumento del lavoro nel settore green apportando al contempo una riduzione di 600.000 tonnellate di CO2 nell’atmosfera.
Ma non è l’unico esempio italiano.
Anche Alessandro Lorini, imprenditore di Brescia, ha presentato al Salone della creatività del Made in Italy un impianto di combustione di alberi da pioppo capace di produrre energia e calore. L’obiettivo ultimo sarebbe arrivare a fornire riscaldamento alle 350 famiglie del comune di Travagliato, nella provincia bresciana.
Siamo di fronte a piccoli passi nel delicato rapporto fra lo sviluppo industriale ed il mondo agricolo e speriamo che la coltivazione dei pioppi possa presto affermarsi tra le biomasse.
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speriamo solo che questo non comporti l’abbattimento dei boschi in cui vive la biodiversità !!!!