Considerati una vera e propria attrazione turistica, beniamini di grandi e soprattutto piccini per le loro evoluzioni e i volti sempre ‘sorridenti’ e giocosi’, i delfini del rinomato Parco Acquatico di Rimini sarebbero in realtà maltrattati, imbottiti di farmaci e costretti a vivere in condizioni a dir poco inadeguate.
È quanto hanno scoperto gli uomini del Nucleo Operativo Cites (NOC) coadiuvati dalle autorità veterinarie della Asl locale che in seguito a un recente sopralluogo ha posto sotto sequestro il delfinario per le numerose irregolarità riscontrate.
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L’ipotesi di reato è maltrattamento di animali selvatici che ha fatto scattare immediatamente la misura cautelare di sequestro della struttura. Le vasche che ospitano i delfini – si legge nel rapporto delle autorità inviato al Ministero della Giustizia – sono risultate inadeguate per le esigenze biologiche dei tursiopi; in particolare non sarebbero dotate di un adeguato sistema di raffreddamento e pulizia dell’acqua, di appositi ripari dal sole e dalla vista del pubblico, di aree per il trattamento medico-veterinario e per la quarantena delle femmine in gravidanza o allattamento.
Gli animali sarebbe costretti a vivere in ambienti biologicamente poveri, all’interno di gruppi artificiali che non tengono conto dei rapporti di parentela in base ai quali i delfini tendono a costituire micro-comunità, ed esposti a un constante stress acustico e alimentare fatto di rumori assordanti, musica e privazioni.
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Tutto questo indurrebbe i poveri mammiferi a comportamenti aggressivi e pericolosi anche per gli uomini (ricordate il caso di Tilly, l’orca che ha ucciso qualche tempo fa la sua addestratrice) ai quali si è rimediato finora somministrando notevoli quantità di tranquillanti e cure ormonali finalizzate ad inibire quanto più possibile l’aggressività degli animali e i comportamenti legati alla sfera sessuale.
Soddisfazione per il lavoro svolto dagli uomini della Forestale, che hanno mostrato cosa veramente si nasconde dietro un luogo a cui noi di Tuttogreen siamo eticamente contrari da sempre. Presto arriverà un’interrogazione parlamentare in Commissione Europea per chiedere la chiusura di questa e di altre strutture simili dove la vita degli animali è ridotta ad uno stato pressoché vegetativo e di alienazione totale.
Incrociamo le dita…
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