Lo avrete già visto migliaia di volte e di sicuro lo avrete scambiato per il gelsomino. Stiamo parlando del Rincospermo. Una pianta davvero molto simile al gelsomino, coltivata in giardino e molto spesso utilizzata per ricoprire ringhiere di separazione fra giardini, per pergolati, muri fioriti e siepi.
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Andiamo a conoscere questa pianta più da vicino.
Il Rincospermo (nome scientifico Trachelospermum jasminoides) è un arbusto rampicante sempreverde dai profumatissimi fiori bianchi. Comunemente conosciuto come “falso gelsomino”, appartiene alla famiglia delle Apocynaceae ed è originario della Cina, Giappone, Corea e Vietnam. Ecco come si presenta:
Il nome botanico Trachelospermum deriva dal greco e fa riferimento al fatto che i semi (spermum) si trovano nella “gola” (trachelos) dei fiori.
Ce ne sono di varie specie. Ecco le più diffuse:
La fioritura più abbondante avviene tra maggio e luglio; i deliziosi fiorellini bianchi sono così numerosi che arrivano quasi a coprire totalmente la vegetazione.
Nella seconda metà di agosto ha luogo una seconda fioritura, ma meno ricca della prima.
Per una fioritura ottimale è necessaria una buona esposizione al sole; meno sole prende la pianta e meno fiori sbocceranno.
I suoi fiori ricordano quelli del gelsomino sia per l’aspetto che per la gradevolissima profumazione, dolce e molto intensa.
Originario di Cina, Giappone, Vietnam e Corea, è una tipica pianta rampicante delle zone a clima mediterraneo. Pertanto va piantata in posti caldi e in pieno sole. Alcune varietà riescono comunque a resistere anche agli inverni rigidi.
Il Rincospermo si può coltivare sia in terra che in vaso.
La coltivazione in vaso richiede un recipiente molto capiente che consenta alla pianta di allargare bene le radici: le misure ideali sono 100 cm di lunghezza e 40 cm di larghezza e profondità.
Ad ogni primavera occorre poi rinnovare almeno un terzo del terriccio.
A terra o in vaso, vediamo ora quali sono i parametri da considerare per garantire una crescita ottimale del Rincospermo e per mantenerlo in buona salute.
Essendo una pianta rustica, tollera sia il caldo che il freddo. Non teme neppure il gelo né la salsedine, può quindi essere piantato tranquillamente anche nelle località di mare. Comunque sia, per ottenere una buona crescita, le temperature ottimali sono: 20-22°C di giorno e 10-13°C durante la notte.
Ama i luoghi soleggiati, ma può essere coltivato anche in penombra e mezzo sole. In questo secondo caso fiorirà di meno.
La terra deve essere fertile, fresca, non molto compatta e ben drenata. Sconsigliato il terreno con pH acido.
Per la coltivazione in vaso, le irrigazioni devono essere:
In giardino e in piena terra, le dosi di acqua devono essere più basse.
Fare sempre attenzione ad evitare i ristagni idrici.
I tralci non andrebbero mai tagliati. Procedete con questa operazione solo se la pianta sta diventando esageratamente grande e possibilmente nel periodo di riposo vegetativo (dicembre/gennaio).
La messa a dimora avviene in autunno e dopo due anni circa inizia la fioritura.
Gli esemplari coltivati in vaso necessitano di rinvasi annuali, da effettuare in primavera e utilizzando contenitori più grandi e nuovo terriccio.
Fondamentale per favorirne la crescita e la fioritura.
Da marzo a settembre va somministrato regolarmente (una volta a settimana) qualsiasi tipo di concime universale a lento rilascio. Va benissimo il concime liquido diluito nell’acqua delle annaffiature; in alternativa, nel caso si utilizzasse un prodotto granulare a lenta cessione, la somministrazione deve essere fatta una volta al mese.
Attenzione comunque a non esagerare; un eccesso di concime può infatti far diventare le foglie rosse e poi farle cadere.
Nel caso il Rincospermo cresca in terreni calcarei oppure venga irrigato con acqua dura, è necessario effettuare un paio di concimazioni con un integratore a base di ferro a inizio primavera e a inizio autunno.
Il Rincospermo si può propagare sia per talea che in terrapieno, ma in periodi differenti dell’anno.
Verso fine estate, prelevare alcuni giovani polloni di circa 10/12 centimetri di lunghezza dal ramo principale in modo che rimanga attaccato alla talea il cosiddetto tallone, un piccolo pezzo di corteccia. Inserire quindi le talee in un boccale di vetro riempito d’acqua a metà e, quando compaiono radici di almeno 5 cm, procedere con l’operazione di rinvaso in piccoli contenitori contenenti un terriccio con un Ph acido, leggero e misto a sabbia. Tenere questi vasi in un luogo freddo, chiuso e luminoso, ma riparato dai raggi diretti del sole.
In questo caso, a fine luglio, occorre interrare dei germogli di almeno 10 centimetri per più di un terzo nel terrapieno con un mix costituito da terriccio, torba e una manciata di sabbia. Per facilitare la moltiplicazione in tempi rapidi, adagiare dei teli di cellophane in modo da garantire l’umidità necessaria per la propagazione dell’esemplare.
Gai da solo, il Rincospermo ha un effetto decorativo strepitoso. Nel terriccio, intorno al fusto, si possono collocare piccole piante stagionali. Evitare invece di piantare altri arbusti nello stesso vaso.
Gli afidi spesso attaccano i germogli giovani. Se l’attacco è piccolo, può essere sufficiente bagnare le foglie.
Un altro nemico del Rincospermo è la cocciniglia cotonosa, facilmente riconoscibile per i piccoli batuffoli cotonosi che si rinvengono sulle foglie.
Per quanto invece riguarda le malattie fungine, può essere vittima della fumaggine, che si manifesta con depositi o ammassi di polvere nerastra, appunto simile alla fuliggine dei camini, sulle foglie.
Se non sono in atto patologie come quelle sopra descritte, le foglie gialle possono indicare carenza di acqua e, soprattutto, mancanza di luce.
Noto anche come “Falso Gelsomino”, il Rincospermo somiglia parecchio al gelsomino. Ma quali sono le differenze tra queste due piante?
Le foglie contengono un lattice che è tossico sia per i parassiti che per gli animali domestici.
Nel linguaggio dei fiori il Rincospermo simboleggia l’immortalità.
Simbolo dell’amore romantico, esprime vicinanza e volontà di aiuto.
In Asia viene chiamato anche “bussola del viaggiatore”: in passato, quando non esistevano i cartelli stradali, si riteneva che la sua presenza sulla strada indicasse che il percorso fosse quello giusto per raggiungere la meta desiderata.
Ed infine, ecco alcune schede monografiche su piante e fiori:
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