Più volte vi abbiamo parlato di come le celle fotovoltaiche consentano di catturare i raggi solari per riconvertirli in energia. Uno dei limiti di questo sistema è tuttavia la necessità di controllare il movimento delle celle in direzione dell’orientamento del sole. Fino ad ora per ovviare al problema si è sempre ricorsi all’installazione di motori che consentissero il movimento dei pannelli nell’arco della giornata, così da poter garantire la stessa quantità di luce solare. Questo ha sempre comportato notevoli spese oltre ad un paradossale spreco di energia per garantire il funzionamento dell’intero impianto.
L’azienda giapponese Kyosemi ha però studiato un sistema innovativo che sembrerebbe risolvere il problema alla radice: celle dalla forma sferica capaci di captare i raggi provenienti da qualsiasi angolazione. Nascono così le Sphelar (Spherical Solar Cell) micro-sfere del diametro di 1,8 mm che, una volta assemblate in pannelli dalle forme più diverse, possono assorbire il 20% in più delle radiazioni solari, anche quelle riflesse da altri elementi. Essendo di dimensioni piccolissime, si possono accorpare per rivestire cupole, pareti curve oppure sfere.
La costruzione delle Sphelar è avvenuta nell’ottica di un maggior rispetto dell’ambiente: il silicio, una volta fuso, viene fatto cadere da un’altezza di 14 metri, il che determina la perdita della forma sferica e la sua cristallizzazione. In tal modo non è necessario lavorare ulteriormente il materiale e produrre tagli e rifiniture, come al contrario accade quando si lavorano i tradizionali pannelli solari.
Potrebbe trattarsi di una svolta importante nel mercato del fotovoltaico che ovvierebbe ai problemi di gestione dello spazio e aumenterebbe l’efficienza dell’impianto.
Per conoscere altre innovazioni sulle celle fotovoltaiche, leggi qui:
Utilizziamo i cookie insieme ai nostri partner per personalizzare i contenuti e gli annunci pubblicitari, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico.