Piante e fiori

Robinia: un albero dalle mille virtù

Simile all'acacia, si fa apprezzare anche per una serie di proprietà benefiche per la salute

La robinia è un genere di leguminosa molto diffusa nelle città italiane per il suo aspetto elegante, le fioriture opulente e il portamento simile a quello di una acacia. Queste caratteristiche ne fanno una pianta ornamentale molto apprezzata e la si vede spesso ornare viali, aiuole e parchi dove sprigiona il suo profumo intenso e inebriante. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere su questa varietà arborea e conosciamo le sue proprietà benefiche per la salute.

Nota anche come gaggia o falsa acacia, la robinia pseudoacacia è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Leguminose originaria dell’America Settentrionale, ma da tempo diffusa anche nelle regioni Mediterranee.

Il suo nome è stato dedicato da Carlo Linneo a Jean Robin, giardiniere di Enrico IV e Luigi XIII e fondatore nel 1590 dell’Orto Botanico di Parigi. Fu proprio in questo luogo magico che all’inizio del Seicento Robin coltivò per la prima volta la pianta dando vita ad una lunga tradizione dedita alla coltivazione di molte varietà appartenenti allo stesso genere.

In tempi più moderni, la robinia ha trovato un posto d’onore in tutte le città italiane per il suo aspetto elegante, ma sopratutto per la sua resistenza allo smog e agli scarichi industriali.

La pianta, infatti, cresce bene lungo strade e viali e la si incontra facilmente sulle ferrovie dove viene piantata fin dall’epoca dei treni a vapore per scopi ornamentali e di consolidamento.

Un tempo, le foglie di robinia erano l’alimento cardine della dieta dei conigli da allevamento e in generale di tutti i ruminanti.

Oggi è diventata una specie autoctona in Italia, molto impiegata per il consolidamento di scarpate e pendici franose anche su terreni poco fertili.

E non è tutto. Foglie, fiori e radici di questa leguminosa trovano largo impiego anche in fitoterapia e in omeopatia per le sue spiccate proprietà emollienti e protettive nei confronti della mucosa gastrica.

Robinia pianta

Si tratta di un albero a foglia caduca la cui altezza va dai 16 ai 25 metri, con chioma variabile, aperta e globosa. Il tronco è leggermente irregolare, diritto, spesso biforcato caratterizzata da una corteccia spessa e nodosa sopratutto nei vecchi esemplari, di colore ocra-aranciato.

Il sistema radicale è espanso, forte, poco profondo e rende difficile l’instaurarsi tutto intorno dell’altra vegetazione. I fiori sono raggruppati in rametti penduli di 10-20 cm, di colore prevalentemente bianco e dall’intenso profumo dolciastro.

Si tratta di un albero estremamente adattabile a qualsiasi condizione e tipo di terreno, che cresce anche spontaneamente fino a 1400 metri di altitudine. Se coltivata in giardino, non necessita di cure particolari. Riceve la giusta quantità di acqua dalle piogge, per cui non richiede di essere annaffiata. I terreni devono essere drenati e ben profondi, per consentire lo sviluppo delle radici.

Negli Stati Uniti e in tutto il Nord America la robinia  cresce spontanea come infestante. In Europa la sua diffusione è affidata per lo più alla coltivazione  in tutta l’area sub-mediterranea facilitata dalla rapida propagazione per stoloni. La si trova naturalizzata nelle boscaglie, scarpate, massicciate, sponde fluviali, rive dei fossi, ecc.

Robinia proprietà

La Robinia pseudoacacia contiene un alto apporto vitaminico (A, B1, B2 , B3) e minerali come calcio, fosforo, ferro, magnesio, sodio, potassio, zinco e oli essenziali. E’ ricca di fibre, carboidrati, proteine e glucosidi. Le sue infiorescenze e i principi attivi contenuti nella corteccia vantano proprietà emollienti e protettive nei confronti delle mucose gastriche e intestinali.

A livello digestivo, in particolare, aiutano a contrastare l’eccessiva acidità e si rivelano utili nel trattamento di pirosi gastrica o esofagite. In erboristeria la robinia si può acquistare sotto forma di tintura madre per il trattamento raucedine e faringiti. Nelle tisane protagonisti sono i fiori essiccati che vantano proprietà rilassanti e sedative.

In passato gli estratti della corteccia di robinia venivano utilizzati come lassativo e tonico naturale. Dalle foglie, invece, si otteneva un decotto utile a stimolare il vomito e a supportare il corretto funzionamento del fegato. I fiori cotti, infine, erano considerati un valido rimedio per attenuare le infiammazioni oculari.

Dalle infiorescenze di robinia si ottiene anche un miele energizzante di colore ambrato dal sapore delicato e gentile, molto apprezzato anche dai bambini. Come rimedio naturale, la robinia trova impiego in maniera analoga all’acacia:

  • Antinfiammatorio: aiuta a combattere mal di gola e tosse. Coadiuva l’espulsione del catarro. Nella medicina popolare, i fiori cotti di acacia venivano mangiati per ridurre le infiammazioni a carico degli occhi.
  • Astringente: si utilizza molto nei casi di enterite e diarrea.
  • Emolliente: aiuta le mucose contro l’acidità nei casi di esofagite o pirosi gastrica.

Robinia in cucina

In cucina si utilizzano le infiorescenze della robinie raccolte tra aprile e maggio. I fiori, infatti, sono deliziosi se preparati con una pastella e fritti.

La ricetta dei fiori di robinia fritti

Questa ricetta prevede pochissimi ingredienti ed è molto facile da realizzare.

  • Infiorescenze appena dischiuse di robinia
  • 5 uova
  • 2 cucchiai di farina bianca
  • 1/2 l di latte
  • olio di arachidi
  • miele
  • 1 buccia d’arancia

Preparazione. Dopo aver preparato la pastella stemperando la farina bianca nel latte, aggiungete i rossi delle uova, un pizzico di sale, la buccia d’arancia e lasciate riposare per un’ora. Montate a neve i bianchi dell’uovo ed uniteli alla pastella. Passate i fiori nella pastella e friggeteli in olio bollente. Eliminate i peduncoli, scolateli su carta assorbente e serviteli caldi con miele.

Robinia: controindicazioni

Eventuali effetti collaterali e interazioni farmacologiche sono dovuti alla presenza di tannini in tutte le parti variabili.

È buona norma, dunque, evitare il fai-da-te e chiedere sempre consiglio al proprio medico curante o erborista di fiducia.

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Published by
Erika Facciolla

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