La Russia estende la durata dei vecchi reattori come quelli di tipo Chernobyl: c’è da preoccuparsi?
Notizie – preoccupanti – dalla Russia. Il direttore generale della Rosatom (l’agenzia russa per l’energia nucleare) Sergej Kirienko ha dichiarato la volontà della Russia di estendere la vita dei vecchi reattori nucleari dell’epoca sovietica a 45 anni. Tra questi, ben 11 reattori sono costruiti sullo stile di Chernobyl, e gli ingegneri nucleari sovietici concordavano sulla necessità di dismetterli dopo non più di 30 anni.

L’elemento preoccupante sta nel fatto che questi vecchi reattori non possiedono alcune delle moderne tecnologie che li rendono più sicuri, come quelli generalmente diffusi in Europa, Stati Uniti o Giappone, e in caso di sismi – si veda il disastro di Fukushima – o altre calamità atmosferiche, hanno maggiori probabilità di andare incontro ad incidenti anche gravi.
La maggior parte degli esperti per la sicurezza nucleare internazionale ha espresso preoccupazione per la decisione della Russia. I reattori dell’epoca sovietica, infatti, non prevedono una struttura per il contenimento delle radiazioni in caso di perdite in seguito ad incidenti, struttura tipicamente utilizzata nei modelli occidentali nonché nelle moderne strutture russe.
La mancanza di questa costruzione di contenimento causò, nell’incidente di Chernobyl del 1986, la diffusione delle radiazioni per centinaia di kilometri in tutta Europa. Si pensi che 4 degli 11 reattori sovietici in parola sono disposti entro un raggio di 80 km da San Pietroburgo, metropoli di più di 5 milioni di abitanti.
Inoltre, a differenza dei reattori negli Stati Uniti e gran parte dell’Europa occidentale che detengono carburanti radioattivi in contenitori a pressione, quelli sovietici non hanno il crogiolo centrale ma tanti tubi a pressione separati. Per questo gli ingegneri sono preoccupati per il deterioramento dei circa 1.000 tubi per reattore: con la rottura di un certo numero di tubi, infatti, è forte il rischio di una nuova Chernobyl.
Kirienko ha affermato che per una questione di carattere economico, la Russia non può chiudere contemporaneamente tutti i vecchi reattori ma ha assicurato che Rosatom mette la sicurezza prima degli interessi economici, per cui i vecchi reattori dovranno superare dei test di sicurezza ogni 5 anni.
Se da una parte, la decisione della Russia avviene alla fine della sua collaborazione nel settore della tecnologia con il gruppo tedesco Siemens, dall’altra ha favorito affari con dei clienti piuttosto controversi, come l’Iran, dove la Russia ha terminato proprio quest’anno la creazione di un reattore nucleare.
Nonostante l’Iran dichiari di voler utilizzare l’energia nucleare solo per scopi civili, i governi occidentali temono che possano sfruttarla per la creazione di armi nucleari. Un’ombra in più su un’industria, quella del nucleare, legata a doppio filo dalle origini all’industria bellica.
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