Scioglimento Polo Nord: gli esperti sono preoccupati
I cambiamenti climatici, con il riscaldamento globale, stanno divenendo sempre più imprevedibili e ciò allarma non poco gli scienziati di tutto il mondo che stanno lanciando sempre più moniti all’umanità.

Dal 1989 al 2008 le temperature globali sono salite in media di 0,5 °C ed il picco si è registrato nell’Artico, con 2,1°C. Studi condotti in Artide e Antartide, nel corso di più anni, hanno rilevato che i ghiacci che si trovano nelle immediate vicinanze dei Poli risultano sempre più giovani e quindi meno resistenti allo scioglimento durante l’Estate: al Polo Nord la percentuale di spessore dei banchi di ghiaccio di 10 e più anni è scesa dall’80% della primavera del 1987, ad appena il 2% nel 2010.
Il ghiaccio marino è un “coperchio lucido” sulla parte superiore del Mar Glaciale Artico che riflette la maggior parte della luce solare e la rigetta verso lo spazio. Quando si scioglie, in mare aumenta anche la quantità di calore assorbito dalle acque, che a loro volta, in un circolo vizioso, riscaldano l’atmosfera sovrastante.
Ne consegue un innalzamento costante del livello dei mari della Terra ed un rischio sempre più concreto di una catastrofe planetaria con la sommersione di buona parte delle terre e continenti che attualmente conosciamo.
Può certamente risultare azzardato imputare solo all’umanità quale origine dell’effetto serra e, quindi, dei capovolgimenti climatici cui stiamo assistendo e che stanno portando allo scioglimento ineluttabile dei ghiacciai. Aumenta, però, ogni anno di più il numero di fautori convinti dell’ipotesi che l’uomo sia artefice del proprio destino e che, incurante anche del futuro delle nuove generazioni, anche con i suoi gas ad effetto serra, stia compromettendo sempre più l’ambiente circostante in maniera irreversibile.
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