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Scorie nucleari italiane? Tutte in Piemonte

Non tutti lo sanno, ma in Piemonte si trova un’immensa discarica di scorie nucleari, una potenziale bomba per i residenti della zona e l’ambiente.

Scorie nucleari italiane? Tutte in Piemonte

Ci troviamo a Saluggia, nelle campagne vicino a Vercelli: qui, nel 1979, venne costruito il primo reattore nucleare d’Italia, chiuso 8 anni più tardi e convertito in deposito di materiale nucleare. Trenta tonnellate, per l’esattezza. Ma non finisce qui, perchè a breve distanza, il centro Eurex conserva 230 metri cubi di scorie radioattive allo stato liquido, barre di uranio sciolte per ricavare plutonio, elemento di largo utilizzo nell’industria bellica.

Spostandoci invece a Trino,  ha sede un ex centrale nucleare che vanta il triste primato italiano per le emissioni di trizio, sostanza radioattiva estremamente dannosa per i tessuti umani più delicati, come sangue e midollo. Elevati quantitativi di trizio sono stati ritrovati anche nel vicino Lago Maggiore, e vengono attribuiti al Centro nucleare Euratom di Ispra.

Nel complesso, la Regione Piemonte ospita il 72% delle sostanze radioattive presenti nel Belpaese. Le aree, lasciate per anni in stato di abbandono, hanno suscitato le proteste delle associazioni ambientaliste, preoccupate per i quantitativi di sostanze radioattive che vengono scaricate in acqua e in aria dagli impianti dismessi. La questione ha attirato anche l’attenzione dei media nazionali, in particolare del programma di Italia 1 “Le Iene”.

Ora qualcosa, fortunatamente, si sta muovendo. Sono infatti stati progettati nuovi spazi raccolta a Saluggia, Trino e a Bosco Marengo, sede di un’altra vecchia centrale nucleare.

Ma soprattutto si punta dritto al decommissioning, ovvero allo smantellamento degli impianti nucleari.
La Sogin, società di gestione degli impianti nucleari che si occupa della bonifica ambientale dei siti e della sicurezza dei rifiuti radioattivi, ha presentato a luglio in Senato un’indagine conoscitiva sulla strategia energetica nazionale. Per la generale riconversione a prato verde di queste aree servono 5 miliardi, 1.8 per lo smantellamento delle centrali, un miliardo per il riprocessamento del combustibile, 1.4 miliardi per il mantenimento in sicurezza di centrali e impianti, 800 milioni per il conferimento al Deposito Nazionale dei manufatti condizionati.

A Bosco Marengo si stanno ultimando i lavori di smantellamento della centrale, mentre a Saluggia è stata avviata la realizzazione di un deposito temporaneo di rifiuti radioattivi (D2) e si sta procedendo ad assegnare l’appalto per la realizzazione dell’impianto Cemex, che avrà la funzione di “cementificare” il materiale radioattivo attualmente conservato nel sito Eurex allo stato liquido.

In un secondo momento arriverà un impianto di trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi pregressi e da futuro smantellamento. Analoga iniziativa è prevista anche per il deposito di Trino. Il completamento delle operazioni è fissato per il 2019, bisognerà invece attendere sino al 2024 per poter finalmente utilizzare il terreno decontaminato.

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