Originaria del Messico e dell’America Centrale, il Sedum telephium cresce spontanea negli ambienti rocciosi. Si tratta di piante grasse, rustiche, che ben sopportano anche il gelo. Questa varietà di Sedum, nota anche come Borracina maggiore, è quella usata a scopi medicinali. Si dice infatti che abbia virtù cicatrizzanti, emollienti e antidolorifiche.
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Ma vediamo nel dettaglio quali sono le proprietà di questa varietà e gli utilizzi che se ne possono fare.
Il nome sedum si suppone derivi dal latino io ‘mi siedo’ o ‘sedare’. In inglese viene chiamato Witch’s Moneybags (‘il portamonete della strega’), in quanto nella tradizione popolare veniva portata in tasca come amuleto contro le emorroidi.
Infatti questa pianta grassa ha un’efficacia antidolorifica, antibatterica e antinfiammatoria, ideale su fistole,foruncoli, calli e ustioni, può essere utilizzata anche per cicatrizzare le ferite. Merito della presenza dei flavonoidi e dei polifenoli, antiossidanti naturali.
Mentre mucillagini, resine e polisaccaridi sono utili anche a livello lenitivo e astringente, quindi ideali sia in caso di scottature solari e punture di zanzara e altri insetti, che per far fuoriuscire corpi estranei sottocutanei.
Storicamente, veniva utilizzata dalle mamme per il trattamento del cosiddetto ‘giradito’. Oggi è utile anche in caso di mastiti, ipercheratosi plantari e tendiniti, e in caso di dissenteria.
In ambito omeopatico, viene utilizzata per la cura delle emorragie intestinali, rettali e delle metrorragie della menopausa.
Ad uso interno, la sedum si può utilizzare preparando un’insalata a cui aggiungere le foglie fresche, che vanno raccolte tra luglio e agosto (essendo facile da coltivare anche in casa). Ma si può trovarla anche in erboristeria, sotto forma di granuli e gocce.
Sarà utile contro diarrea, crisi epilettiche, carenza di vitamina C e sostegno della memoria. In Germania, la pianta viene utilizzata in sinergia con la terapia dei tumori. Avendo un effetto sudorifero, può essere utile anche in caso di febbre.
Ulcere, ferite e piaghe si curano ponendo le foglie fresche a contatto con la pelle, coprendole con un cerotto e sostituendole ogni 12 ore circa. Oppure triturandole insieme ad altre erbe come altea e calendula, per farne un impacco da applicare sulla parte lesa.
Basta privare la foglia del film che ricopre la pagina inferiore. Le foglie che avanzano, possono essere congelate; la pellicola potrà essere tolta dopo 5 minuti.
Si sconsiglia di utilizzare l’erba della Madonna per ipersensibilità accertata alle sue componenti. Come sempre anche in gravidanza e allattamento, e nei bambini al di sotto dei 12 anni.
Attenzione all’uso esterno: la pianta può provocare dermatiti e reazioni allergiche di tipo cutaneo. Nel caso, sospendete subito l’applicazione e trattate la zona con una pomata lenitiva.
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