La sesta malattia è causata dall’herpes virus umano 6 o 7 (HHV-6 ed HHV-7), della stessa famiglia delle ben più note varianti che causano sfoghi labiali o genitali.
La sesta malattia si presenta con febbre alta. In questo periodo il bambino appare nervoso ed inappetente. La sua irritabilità potrebbe essere associata ad un gonfiore nell’area del collo, dove si trovano i linfonodi.
In casi più gravi, la febbre alta si può accompagnare a convulsioni, che si manifestano con spasmi agli arti, secondi d’incoscienza, urinazione o defecazione incontrollata.
Spesso, la febbre scompare all’improvviso per lasciare spazio a delle eruzioni cutanee puntiformi o a macchie di colore rosso-rosa, piatte o protuberanti. Sono distribuite quasi prevalentemente su tronco, braccia e gambe e quando toccate, assumono un colore bianco.
La malattia si contrae attraverso il contatto con gocce di liquidi emessi da naso e gola. Dunque ogni volta che il soggetto infetto starnutisce, ride o parla.
È proprio nel periodo d’incubazione che avviene il contagio; una volta scomparsa la febbre, la malattia diventa innocua. Periodo che va dai 5 ai 15 giorni. La febbre può durare al massimo una settimana, mentre macchie ed eritemi possono scomparire dopo qualche ora o qualche giorno.
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Non si conoscono modi per evitare il proliferarsi della sesta malattia. Ci sono casi in cui è stata contratta più volte, e, altrettanto raramente, in cui ha interessato persone adulte. In generale dunque, la malattia non è rischiosa per chi è in gravidanza.
Se vedete che il vostro bambino è apatico o si rifiuta di bere, potrebbe essere buona cosa chiamare il medico; ma la diagnosi di sesta malattia rimane incerta fino a quando non compaiono le macchie. Gli unici farmaci che il pediatra somministrerà, sono quelli utili al calo della temperatura.
Dal momento che la patologia è causata da un virus, non vi sono preparati efficaci per combatterla. I classici impacchi d’acqua tiepida abbinati all’utilizzo di principi attivi anti-infiammatori, possono aiutare.
Da evitare i farmaci con acido acetilsalicilico, in quanto sembra dar luogo ad un’interazione potenzialmente mortale detta sindrome di Reye.
È importante che, durante la malattia, il bambino rimanga sempre ben idratato. Aiutatevi con l’uso di acqua e soluzioni di elettroliti o del brodo. Nel caso in cui sia ancora in fasce, è bene non interrompere la fase di allattamento.
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