Avete mai sentito parlare di burnout o sindrome da burn-out? Scoprite tutto su questo stato di esaurimento emotivo causato da uno stress eccessivo vissuto nel proprio ambiente lavorativo.
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Il burnout o sindrome di burnout è una patologia che può colpire chiunque si trovi a vivere un carico di stress eccessivo e prolungato nel tempo nell’ambiente lavorativo.
Questa patologia, che può avere risvolti e complicanze anche gravi, ha un esordio subdolo che si caratterizza per una “sensazione di non farcela più” unita ad altri sintomi fisici comuni e vaghi come stanchezza, inappetenza, mal di testa ecc.
Scoprite, allora, tutto sul burnout, le caratteristiche di questa sindrome, i fattori scatenanti, come prevenirla, i sintomi e le cure.
Il burnout è un termine di origine anglosassone che significa “bruciato” e per estensione “scoppiato”, “esaurito” e che nel linguaggio medico indica una condizione di grave stress prolungato nel tempo vissuto nel contesto lavorativo.
Questa sindrome indica un esaurimento emotivo provocato dal sentirsi incapaci o inadatti a gestire il carico di lavoro a cui si è sottoposti, soprattutto quando questo implica la creazione di relazioni molto strette e quindi ancora più potenzialmente stressanti.
In principio, questa sindrome è stata diagnosticata tra infermieri, operatori sanitari, medici, badanti, poliziotti, insegnanti, tutte persone che trascorrono la maggior parte del loro tempo a occuparsi fisicamente e/o moralmente di soggetti malati, anziani o fragili.
Successivamente, la sindrome di burnout è stata individuata, anche, in soggetti che svolgono altre professioni sempre a contatto con il pubblico come commesse, ristoratori, liberi professionisti, receptionist ecc.
In genere, è più probabile che questa sindrome si verifichi quando si sommano diversi fattori come:
La sensazione di non farcela più tipica della sindrome di burnout si manifesta attraverso una una serie di sintomi aspecifici che si presentano in maniera graduale e nel tempo si trasformano in un vero e proprio disagio difficile da arginare.
La sindrome di burnout si caratterizza, quindi, per un esordio subdolo con sintomi molto generici come ad esempio:
Per poi includere sintomi cognitivo-comportamentali come:
Tutto questo comporta ovviamente l’impossibilità di condurre una vita serena e l’incapacità di svolgere le proprie mansioni lavorative in modo corretto ed efficace con ripercussioni sia sulle persone che si deve assistere, sia sui propri colleghi.
La sindrome di burnout può comportare inoltre delle importanti complicanze. Il soggetto, infatti, incapace di reagire al profondo disagio che prova può iniziare a:
La sindrome di burnout viene diagnosticata tramite il Maslach Burnout Inventory (MBI), un test ideato nel 1981 e costituito da 22 domande a cui è possibile rispondere con 6 gradi di risposta.
Questo test è disponibile in versioni riadattate anche online, quindi, chiunque vi si può sottoporre.
A prescindere dai suoi risultati, nel caso si abbia il dubbio di essere affetti da sindrome di burnout anche nel suo stadio iniziale, è fondamentale rivolgersi al proprio medico di base che saprà indicare i provvedimenti da prendere.
In genere, una volta diagnosticata la sindrome di burnout si viene indirizzati verso un percorso psicoterapetico volto a far sviluppare al soggetto strumenti cognitivi che possano aiutarlo a comprendere meglio i suoi processi processi mentali ed emozionali in modo da correggerli.
In tal modo, la persona può mettere in pratica una serie di comportamenti e accorgimenti volti a limitare e prevenire la sua predisposizione allo stress come:
Tutti questi fattori possono alleviare la sindrome di burnout e prevenire ricadute.
Allo stesso tempo, il lavoro di introspezione e di modifica stabile dei propri comportamenti viene affiancato dall’apprendimento di tecniche di rilassamento profondo e di meditazione necessarie per alleggerire nel breve periodo il carico di stress.
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