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Solvay é l’Ilva toscana di cui peró nessuno parla

Forse non tutti sanno che di “casi Ilva” in Italia ce ne sono tanti. Uno di questi è a Rosignano,vicino a Livorno, dove da anni c’è uno stabilimento del colosso chimico Solvay che, con 803 dipendenti, è l’impianto più grande dell’azienda.

Solvay é l’Ilva toscana di cui peró nessuno parla

Qui si producono soprattutto carbonato e bicarbonato di sodio – in particolare tutto il bicarbonato di sodio necessario all’industria italiana – oltre ad altri composti chimici per uso civile e industriale come cloruro di calcio, cloro, acido cloridrico, materie plastiche varie e acqua ossigenata.

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Lo stabilimento è attivo dal 1941 tanto che la località tirrenica si chiama in realtà Rosignano Solvay, anche nei cartelli stradali e nella toponomastica geografica. E in tutto questo tempo ha compromesso l’ambiente circostante in maniera irreparabile. L’Environment Programme delle Nazioni Unite – presto UN Environment Organization – ha classificato il tratto costiero livornese confinante con l’impianto come uno dei 15 più inquinanti d’Italia. Nella sabbia bianca del litorale la Solvay ha scaricato nel tempo (dati del CNR) ben 337 tonnellate di mercurio ed altri veleni: arsenico, cadmio, nickel, piombo, zinco, dicloroetano. Ormai il bianco non è più solo naturale.

Ma già la Procura di Livorno sta lavorando per chiarire la portata del danno ambientale a causa di diversi scarichi mai dichiarati all’Arpat e per aver annacquato i fanghi (e aggirato così i risultati delle analisi ufficiali). Per ora l’unico effetto è stato l’inserimento nel registro degli indagati della direttrice dello stabilimento e di quattro dipendenti della società ma in realtà la Solvay, pur ammettendo le proprie responsabilità, vuole patteggiare.

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I magistrati hanno però posto come condizione che l’azienda chimica realizzi un grande piano di bonifica ambientale e di risanamento entro il 2015. Piano che le potrebbe costare circa 10 milioni di euro.

Superato tale termine, se nulla sarà eseguito, è probabile la chiusura dell’impianto, con tutte le conseguenze del caso sui dipendenti.

Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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