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Sono addirittura 22.000 gli elefanti morti per i bracconieri nel 2012

L’avorio è un materiale che si ricava dalle zanne degli elefanti, il cui uso e commercio ha causato una crescente uccisione e diminuzione degli elefanti. Solo nel 2012, i bracconieri hanno ucciso 22.000 elefanti africani.

Sono addirittura 22.000 gli elefanti morti per i bracconieri nel 2012

Sebbene il numero degli elefanti abbattuti sia stato inferiore a quello dell’anno precedente (3.000 elefanti uccisi in meno), un rapporto della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche (CITES) spiega che i dati del 2013 potrebbero essere peggiori di quelli del 2012.

SPECIALE: quando è il bracconiere ad essere ucciso dall’elefante cui tentava di sparare

Infatti, i dati del CITES (l’organizzazione internazionale non governativa che tiene monitorata – fra le altre specie – la popolazione degli elefanti) mostrano gli elevati rischi causati dal bracconaggio, il quale potrebbe spazzare via un quinto della popolazione degli elefanti africani in un solo decennio.

Nel 2012, la percentuale del tasso degli elefanti uccisi dal bracconaggio è del 7,4%. Si tratta di un dato di per sé preoccupante, che lo diventa ancor di più se si considera che tale percentuale è maggiore rispetto al naturale aumento della popolazione degli elefanti, la cui stima non supera il 5% all’anno.

Inoltre, l’esperto Tom Milliken spiega che quest’anno è previsto un aumento del 20%, in confronto a due anni fa, di commercio illegale di avorio.

Il report del CITES (che potete trovare integralmente a questo indirizzo) spiega che “L’uccisione illegale di elefanti è guidata dalla domanda di avorio da parte dei consumatori, i quali sono disposti a comprarlo anche illegalmente, come misurato dai consumi delle famiglie in Cina“. Infatti, esiste ancora un vero e proprio interesse cinese (e non solo cinese) per l’avorio, le cui statuette o gioielli rappresentano tuttora uno status symbol, poiché considerato un bene di lusso.

In questa situazione, non aiuta che il governo cinese insista sul permettere un commercio d’avorio, seppur legale. Pare che tutti gli sforzi del governo cinese per reprimere il commercio illegale di avorio siano poi cancellati dal commercio legale che, secondo gli esperti, facilita l’avvio di un contrabbando di questo materiale.

Le immagini qui sotto non mancano di fornire spunti di (amara) riflessione:

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Simona Treré

Classe 1984, si è laureata a Bologna in Scienze della Comunicazione (con una tesi su Green Marketing e Green Communication) e ha conseguito il master in Comunicazione Ambientale a Roma. Dal 2009 lavora nel settore della sostenibilità ambientale seguendo la comunicazione e la progettazione ambientale per aziende del territorio. Grazie ai suoi studi e al suo lavoro si è potuta dedicare a una delle passioni: l’ecologia e il rispetto per la natura (nei suoi vari, complicati e meravigliosi aspetti). Per divertimento ha sfilato come modella di abiti green e per hobby si è avvicinata all’affascinante mondo dei “rifiuti-non rifiuti” attraverso il riciclo creativo, creando e vendendo oggetti realizzati con materiale di recupero.

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