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Souvenir mortali: quali souvenir non mettere mai in valigia nei nostri viaggi

Le cronache anche di quest’ultima stagione turistica ci raccontano di turisti pizzicati (e denunciati) con le valigie piene di sabbia o addirittura animali; tartarughine in particolare. Ma sono tanti i “souvenir” da non prendere e lasciare a casa (loro).

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Ce lo ricordano i soci di Aitr, l’associazione del turismo responsabile che ha stilato una lista di souvenir ad alto rischio ambientale. Riportati nel bel libro “Turismo responsabile. Che cos’è; come si fa” edito da Touring e scritto da Maurizio Davolio e Chiara Meriani.

Se è difficile negare l’ignoranza sul commercio vietato di zanne e pelle di elefante in tanti possono non conoscere la pericolosità di acquistare scialli di shahtoosh che sono ricavati da lana di chiru (o antilope tibetana).

Il prodotto ha qualità superlative: soffice e calda. Ma purtroppo per avere la lana si deve uccidere l’animale. Quindi se la pratica dei locali è giustificabile non lo è l’acquisto da parte dei turisti. Quindi meglio rinunciare agli scialli di shahtoosh.

Vietato anche l’acquisto di pelle di leopardo o tigre; di borsette di coccodrillo o alligatore ma pure stivali, cinture, scarpe, cinturini di orologio in pelle di serpente. Particolarmente vietato è l’acquisto di medicine tradizionali cinesi ottenute con ossa di tigre, leopardo, corna di rinoceronte, bile d’orso e muschio. Scelta responsabile se si tiene alla sopravvivenza di queste specie rare

Denti di tigre: cliccate sull’immagine per vedere gli altri souvenir da evitare

Purtroppo nonostante le leggi sempre più restrittive non manca chi mette in valigia animali vivi, ma è severamente vietato portare via dalle località di villeggiatura: pappagalli, rapaci, scorpioni, gibboni e rettili. Attenzione anche a non comprare e trasportare orchidee, cactus ma pure il caviale e il corallo. E gli oggetti in legno intagliato di specie rare. Facile in questo caso cadere nella tentazione di portarsi a casa una bella statuina e di soddisfare l’impulso ad aiutare l’economia e l’artigianato locale. Per non sbagliare meglio informarsi sulla qualità del legno con cui sono prodotte.

Evitando questi comportamenti oltre a tenere la coscienza pulita si evitano spiacevoli grane giudiziarie se beccati da funzionari di polizia. Insomma il turista è avvisato e quindi mezzo salvato.

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Gian Basilio

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