Nonostante ci troviamo nel 2015, purtroppo dobbiamo ancora constatare che sono senza elettricità 1,3 milioni di persone nel Mondo, ovvero il 18% della popolazione mondiale non ha accesso alla corrente elettrica. A loro poi bisogna aggiungere altrettante persone che godono di un accesso saltuario e inadeguato all’elettricità. Pertanto, quattro persone su 10 nel Mondo non hanno, o ce l’hanno saltuariamente, corrente elettrica.
Lo dice il report World Energy Outlook 2014 dell’International Energy Agency, che indica come priorità l’accesso ai servizi energetici di base in maniera continua e sicura per questa grande fetta di abitanti dell Terra nei prossimi 20 anni, specie se da fonti alternative e sostenibili.
L’elettricità è un bene cruciale per il benessere delle persone e lo sviluppo economico di una nazione. Senza di essa non c’è acesso all’acqua e la sua potabilizzazione, non c’è illuminazione efficiente e riscaldamento, né possibilit d cucinare, trasportare merci e comunicare.
C’è poi un altro 40% senza clean cooking facilities, ovvero persone che cucinano e scaldano l’abitazione bruciando legna o altre biomasse, con danni gravi alla salute, all’ambiente e al proprio sviluppo sociale. Conseguenza di ciò è che 3,5 milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno per l’inquinamento dell’aria delle abitazioni causato da inefficiente combustione.
A fronte di questi numeri vergognosi, le Nazioni Unite hanno come obiettivo quello di dare energia sostenibile per tutti entro il 2030, ma considerando che si tratta di appena 15 anni, a fronte di numeri così disastrosi, siamo poco ottimisti che ci riusciranno.
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Guardando poi alle aree geografiche più colpite dal problema, inutile dire che il grosso si concentra nell’Africa sub-sahariana, dove oggi 620 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità e altre 730 milioni ricorrono a sistemi inefficienti e pericolosi per cucinare e scaldarsi. Va male anche nell’Asia sud-orientale. Se si sommano i dati di queste due aree del globo, oltre il 95% delle persone senza accesso all’energia moderna vive in queste due aree e l’84% vive in zone rurali.
Il paradosso è che la regione africana dispone di risorse energetiche abbondanti ma non adeguatamente sfruttate né omogeneamente distribuite. Anzi, proprio alcuni Paesi dell’area sono tra i principali produttori di energia (Nigeria, Angola, Guinea equatoriale, Congo, Gabon). Altri se ne stanno aggiungendo come il Mozambico e la Tanzania.
A ciò bisogna aggiungere che il Continente nero gode anche di importanti risorse rinnovabili: basti pensare al solare, all’eolico nelle zone costiere e sugli altipiani, alla geotermia lungo la Rift Valley e alle bioenergie. Le quali, con adeguati programmi di sviluppo del settore idroelettrico e mini-idroelettrico, così come soluzioni off-grid, potrebbero portare la produzione da rinnovabili a coprire, entro il 2040, il 40% dell’intera capacità di generazione. E considerando ciò, l’amarezza non può che aumentare.
Speriamo vivamente però che non se ne parli solamente.
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le tecnologie dovrebbero essere sviluppate dai governi e il loro consumo messo a disposizione delle persone ... le cose utili finanziate da tutti, le cose futili a pagamento