Piante e fiori

Tutto quello che c’è da sapere sul Gelsomino del Madagascar o Stephanotis

Ecco come prendersi cura di questa pianta rampicante, spesso coltivata in appartamento

Conoscete lo Stephanotis o Gelsomino del Madagascar? La nostra guida pratica per iniziare a coltivare questa bellissima pianta di origine tropicale, che può essere coltivata in vaso in appartamento e anche all’aperto, vi aiuterà a scoprirla.

Tutto quello che c’è da sapere sul Gelsomino del Madagascar o Stephanotis

La pianta di Stephanotis appartiene alla famiglia delle Apocynaceae, di cui fa parte anche l’oleandro.

È originaria del Madagascar e del Sud est asiatico, per questo viene chiamata anche con il nome di gelsomino del Madagascar. Il genere racchiude 5 specie differenti, tutti arbusti sempreverdi, di cui la più diffusa è la Floribunda.

Il nome Stephanotis deriva dall’unione di due termini greci: stephanos (corona) e otos (orecchio). Il significato forse deriva dal fatto che venisse usata come corona dalle popolazioni indigene. 

Stephanotis: descrizione della pianta

Nonostante la sua classificazione di pianta rampicante, le sue esigenze peculiari in merito al clima, ne hanno favorito la diffusione soprattutto come pianta da appartamentopiuttosto che come pianta da esterno.

La Stephanotis si presenta con foglie verdi, ovali, lunghe fino a 10 cm. Queste compaiono a coppie e sono molto spesse e lucide. I fiori sono bianchi e si presentano a grappoli, ricoperti da una sorta di patina che ricorda la cera. Hanno una forma tubolare ed emanano un buon profumo. Compaiono a primavera e fino a tutta l’estate.

I frutti maturano dopo circa un anno di tempo e sono ricchi di semi piumati. Il fusto è molto spesso e assume sempre più un aspetto semilegnoso, andando avanti con il tempo. In natura la pianta riesce a toccare anche i 5 metri di altezza. Coltivata in vaso è raro che superi i 2 metri.

La pianta entra nella fase del riposo vegetativo da novembre fino a febbraio. Rispettare le sue esigenze colturali in questa fase sarà fondamentale per assicurarsi poi una buona fioritura.

stephanotis pianta

Stephanotis: tecniche di coltivazione

Chi vuole provare a coltivare questa pianta, deve considerare alcuni aspetti fondamentali. Non bisogna dimenticare che proviene da un clima tropicale e, se non si vuole rischiare di perderla dopo poco, bisognerà metterà in campo tutta una serie di accortezze. Vediamole insieme.

Posizione e clima

La pianta necessita di un luogo a mezz’ombra, al riparo dai venti. Ama la luce del sole, ma non i raggi diretti. Se la coltivate in appartamento, potete posizionarla accanto ad una finestra esposta verso ovest o a sud, assicurandovi sempre di mettere una tenda.

Attenzione alle temperature troppo basse, ecco perché d’inverno sarebbe opportuno trasferirla in una serra o comunque in un luogo più caldo. È molto importante offrire anche la giusta umidità: per cui armatevi di nebulizzatore e rinfrescate periodicamente le foglie.

La temperatura media per evitare che i fiori possano cadere si aggira tra i 18 e i 25 gradi. Sono molto pericolosi anche gli sbalzi improvvisi di temperatura.

Terreno

La Stephanotis richiede un terreno ricco e leggermente acido, a cui si andranno ad aggiungere pezzi di corteccia e sabbia. È fondamentale il giusto drenaggio per evitare il marciume radicale.

Irrigazioni

La pianta richiede innaffiature regolari da primavera ad autunno, mentre in inverno si potrà diradare l’operazione. Il terreno deve essere sempre umido, ma in ogni caso i ristagni idrici sono da evitare.

Attenzione a non utilizzare un’acqua troppo calcarea, pena la perdita dei fiori. Meglio optare per acqua demineralizzata o per l’ecologica acqua piovana.

Ogni 2 settimane si può somministrare anche del concime per piante da fiore.

Stephanotis o Gelsomino del Madagascar
I caratteristici fiori bianchi dello Stephanotis o Gelsomino del Madagascar, con la loro caratteristica forma prima di schiudersi.

Moltiplicazione

La pianta si riproduce per talea. Dovranno essere tagliate delle talee della lunghezza di circa 10 cm, nel periodo tra aprile e giugno. Poi queste andranno inserite nelle cassette, insieme a torba e sabbia.

Bisogna garantire una temperatura di almeno 20 gradi. Il trapianto nei vasi può essere fatto dopo la radicazione.

Potatura

Sul finire dell’inverno si può procedere con le operazioni di potatura che si rendono necessarie per garantire sempre un aspetto armonioso alla pianta.

Parassiti e malattie

La pianta raramente si ammala, essendo molto resistente. Tuttavia potrebbe essere attaccata dalla cocciniglia, dal ragnetto rosso, dalla mosca bianca e dagli afidi. 

In questi casi si possono utilizzare antiparassitari naturali per debellare subito il problema ed evitare che la pianta possa venirne danneggiata.

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Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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