Le stufe a pellet sono un’opzione da prendere in considerazione se avete intenzione di abbattere il costo per il riscaldamento delle vostre case, magari compiendo al contempo una scelta ecologica. Vediamo pro e contro e soprattutto come sceglierle!
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Le stufe a pellet utilizzano un combustibile ecologico, ottenuto dall’assemblaggio di trucioli e segatura, il pellet, appunto, ottenuto senza aggiunta di additivi, coloranti e materiali estranei. Sottoposto a un procedimento meccanico di pressatura in piccoli granuli, il pellet si presenta in forma cilindrica (6 mm di diametro).
Si tratta di un sistema di riscaldamento che vanta diverse sue qualità: non solo è amico dell’ambiente grazie alla sua capacità di ridurre le emissioni di CO2, ma è anche facilmente accatastabile, rispetto alla legna, oltre ad aver un elevato rendimento termico ed un basso contenuto in umidità (massimo 8%).
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Le stufe a pellet sono una scelta in molti casi conveniente, perché combinano diversi vantaggi:
In particolare, per il 2016, infatti, la Legge di Stabilità ha confermato la detrazione del 50% su ristrutturazione edilizia e del 65% su riqualificazione energetica. Più precisamente: si tratta nel primo caso di detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, fissate attualmente al 50% e valevoli anche per l’acquisto ex-novo. Il vantaggio consiste nella possibilità di ottenere il rimborso di una percentuale di spesa, sotto forma di detrazione Irpef.
Un’altra forma di agevolazione è rappresentata dal conto termico, che riguarda unicamente la sostituzione di impianti già installati e si sostanzia con un contributo erogato in due anni, variabile a seconda della potenza installata e dell’area climatica in questione.
Più complessa è invece la detrazione fiscale del 65%, prevista solamente nei casi di coibentazione dell’involucro e sostituzione dei serramenti.
Se vi siete convinti di tale scelta, eccovi al passo successivo: l’impianto della stufa.
Al di là del lato estetico –molte stufe a pellet spiccano per la bellezza del design tanto da configurasi come veri e propri oggetti d’arredamento – bisogna prima di tutto verificare la possibilità di realizzare una canna fumaria, se non è già presente.
Serviranno poi una presa d’aria, da collegare direttamente alla stufa, e una presa elettrica, efficiente e dotata di messa a terra. Il collegamento elettrico deve rimanere sempre accessibile.
Esistono anche stufe a pellet senza canna fumaria, ma la dicitura stessa può causare equivoci non da poco: in ogni stufa a pellet avviene una combustione che produce dei fumi che vanno espulsi.
Qui tale espulsione non avviene attraverso una canna fumaria, ma attraverso un tubo con fungo terminale sporgente dal muro: scarico che va effettuato nel rispetto delle normative vigenti, ad opera di tecnici fumisti che vi certifichino l’installazione.
Si tratta di apparecchi elettronici, facilmente programmabili, che possono lavorare autonomamente sulla base delle nostre indicazioni, riguardanti l’ora di accensione e di spegnimento e la potenza di calore.
Scordatevi quindi i noiosi e continui spostamenti per attingere il fuoco con sempre nuova legna!
Una volta riempito il serbatoio, potete starvene tranquillamente in poltrona! Inoltre, qualora non vogliate ricorrere alla programmazione, basterà regolare il termostato per garantire il mantenimento della temperatura prescelta nella vostra abitazione.
Ecco la nostra mini-guida per… scegliere il pellet migliore!
Per mantenere la sicurezza e garantire la massima efficienza è vietato mettere la stufa in camere da letto, bagni e locali dove vi sia un altro apparecchio sprovvisto di un proprio flusso d’aria.
Emanando un forte calore, è consigliabile tenerla lontano dalle zone con pavimentazione in legno o di materiale infiammabile, oppure è bene installare anche una piastra salva-pavimento; mentre per ottenere la massima resa e facilitare la distribuzione uniforme del calore, è utile farsi consigliare dal tecnico per individuare la parte più centrale dell’abitazione.
La stufa deve esser sempre posizionata ad almeno 5 cm dalla parete (15 cm nel caso questa sia infiammabile), mantenendo a distanza di sicurezza (40 cm) mobili, tende o oggetti infiammabili.
Per il collegamento alla rete elettrica, invece, bisogna assicurarsi che il cavo di collegamento alla rete e la sonda ambientale non siano in contatto con le parti calde della stufa.
Prima dell’installazione, è importante accertare che la canna fumaria non sia ostruita o male installata. La sua sezione interna e la sua altezza, inoltre, devono esser di misura adeguata per garantire il giusto tiraggio.
Importante: non improvvisatevi provetti montatori.
Il ricorso a personale competente è obbligatorio e non esistono i presupposti del “fai-da-te”, sia per la delicata operazione del collegamento della stufa alla canna fumaria, che per il controllo dell’impianto stesso. Il costo dell’installazione varia a seconda del tipo di impianto e dei lavori che si rendono necessari.
Per quanto riguarda le tubazioni:
La stufa a pellet vi sarà gradita anche per le poche e semplici operazioni di pulitura e manutenzione.
Ogni giorno basterà limitarsi a:
Ogni anno è bene rivolgersi ad un tecnico per la revisione generale dell’impianto e la pulizia della canna fumaria. Questo dovrà:
Esistono sostanzialmente tre tipi di stufe:
Tutti gli apparecchi in commercio presentano caratteristiche differenti non solo per rendimento e potenza, ma anche per altri elementi, quali la capacità del serbatoio, il consumo, l’autonomia, l’assorbimento elettrico, il rivestimento, le dimensioni della presa d’aria e dell’uscita dei fumi.
Il pellet produce una fiamma “meccanica” meno attraente di quella naturale, inoltre teme molto l’umidità, e dipende dall’energia elettrica (occhio ai black-out!) e, nonostante la convenienza economica, presenta un prezzo in ascesa, poiché la sua domanda supera la produzione.
Un inconveniente ulteriore, peraltro di facile soluzione, riguarda il fatto che la stufa a pellet funziona con un ventilatore, che asciuga l’aria e muove la polvere.
Potrebbe quindi trattarsi di un calore meno sano, ma basterà aggiungere un deumidificatore o una bacinella d’acqua sul punto più caldo della stufa, per risolvere il problema.
Se siete indecisi tra pellet e legna, cercheremo di aiutarvi fornendovi anche alcuni numeri.
Ecco anche anche alcune proposte di stufe a pellet dei principali marchi.
Dalla Italiana Camini la Stufa Point a pellet, da 8KW in ceramica grigia.
Alziamoci di livello con la Stufa EdilKamin Zara da 8 kW in ceramica bianco opaco.
Questa stufa è anche disponibile con rivestimento in marmo, il modello Dame.
Due modelli da questa azienda. Cominciamo con Nadia, Stufa a pellet ad aria da 9 Kw con rivestimento nero
Ed ora Allegro da 12 Kw con rivestimento nero
Cominciamo con la Stufa Nordica Dorina da 7 Kw, versione Bordeaux.
Ed ora il modello Evacalor Rita 9 KW rossa.
E’ possibile raccordare la vostra stufa ai termosifoni esistenti, purché sia un modello ad acqua, detta anche termostufa.
Per chi avesse già una caldaia a gas, magari condominiale, ricordiamo che è possibile integrarla alla propria termostufa a pellet piuttosto facilmente e, grazie alla distribuzione tramite riscaldamento dell’acqua, riscaldare così superfici molto più ampie.
D’altra così facendo si hanno costi di consumo decisamente più elevati ed è necessario un impianto temoidraulico adeguatamente dimensionato. Inoltre, inquesto caso, il camino è più soggetto a condense e formazione di fuliggine.
Avete esperienze di stufe a pellet? Diteci la vostra nei commenti.
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