Il caprifoglio è noto per i suoi fiori molto belli e profumati, ma al tempo stesso è una famiglia di piante che presenta interessanti proprietà medicinali. Nella famiglia delle Caprifoliaceae ci trovano le Lonicere, piante cespuglianti e rampicanti che amano i climi miti e montuosi di Asia, America Settentrionale, Africa ed Europa. Ma sono presenti anche specie spontanee e sempreverdi, che andremo a scoprire in questa guida.
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Il termine Lonicera è stato dato da Linneo in ricordo del botanico Adam Lonitzer (in italiano: Lonicer). Mentre caprifoglio deriva dal latino “capra” e “folium” (foglia), per l’abitudine delle capre di brucarne le foglie. Ma sono conosciute anche con il nome tecnico di Perycymenon (derivante dal greco), e quelli volgari di Madreselva, Vincibosco e Ligabosco di origine rinascimentale.
In alcune zone dell’Himalaya si consumano le bacche della L. angustifolia, mentre in Siberia quelle della L. coerulea. Altre specie commestibili sono la L. involucrata e la L. ciliata, originarie degli USA.
Nella medicina cinese, il caprifoglio è una pianta officinale che rafforza la libido e la potenza sessuale. Con il legno della L. tartarica vengono costruiti giocattoli per gatti, in quanto contiene il nepetalactone, un surrogato dei feromoni sessuali felini.
Nella famiglia delle Lonicere sono presenti ben 200 specie di differenti morfologie. Si tratta di piante legnose e arbusti a portamento cespuglioso o eretto, ma anche rampicante. Sono stati coltivati anche diversi ibridi, sempreverdi e caducifoglia.
Le specie italiane di caprifoglio sono spontanee e hanno un comportamento volubile, ovvero sia rampicante che lianoso. Altre sono di tipo eretto-arbustivo.
Questa varietà di comportamenti ha portato i botanici a suddividere il genere in 3 diverse sottocategorie:
Tutte si caratterizzano per cicli vegetativi intermedi che comportano un quasi totale essiccamento della pianta. In questa fase si sviluppano dei nuovi polloni, che dopo qualche anno si disseccano, e così via.
Noto anche con i nomi di caprifoglio peloso, ciliegia della volpe, sanguini, pomola del diavolo e gisilostio è un cespuglio alto al massimo 15 dm con corteccia grigio-bluastra. In fioritura, la corolla è biancastra e successivamente giallastra o rosata.
Il frutto è formato da due bacche subsferiche ed acquose di colore rosso.
Il caprifoglio alpino, conosciuto anche con gli attributi madreselva alpina, ciliegia bastarda, ciliegia selvatica, ciliegia di monte e camecèraso: è un cespuglio alto 3 metri e dalla corteccia chiara.
I fiori, appaiati, hanno corolla di colore rosso-bruno; il frutto è rosso e formato da due bacche che si sviluppano per tutta la lunghezza dell’arbusto.
Il caprifoglio comune, abbracciabosco, legabosco, uva di San Giovanni o manicciola è la specie italiana più comune. Può arrivare a più di 6 metri d’altezza; ha fiori bianco-rossi, stelo glabro che sporge insieme agli stami e bacche raggruppate ed aranciate.
I caprifogli sono considerati arbusti rustici o semi-rustici, ideali per coprire zone del giardino o formare siepi, mentre le specie rampicanti sono utilizzate soprattutto per rivestire muri, verande o pergolati.
Alcune specie, come la L. fragrantissima fioriscono subito in primavera ma in genere i fiori spuntano nella stagione più calda.
La L. sempervirens è la specie più delicata, quindi va dimorata in zona calda e protetta, mentre la L. japonica-flexuosa va lasciata libera di vegetare come l’edera. L’impianto va fatto da maggio a settembre in buche profonde circa 50 cm foderate con concime organico maturo.
In genere, la Lonicera predilige le posizioni soleggiate o al massimo in penombra ma al riparo dal freddo. Il terreno dev’essere molto umido, ricco, leggero e leggermente acido. A meno che gli esemplari non siano giovani, le piante si accontentano dell’acqua piovana; le innaffiature possono essere regolari solo nei periodi di grande caldo.
Le concimazioni devono essere effettuate dalla ripresa vegetativa fino a fine fioritura, con concime a lento rilascio ricco di potassio e fosforo, da somministrare alla base della pianta.
Tra marzo e aprile è possibile effettuare delle leggere potature che ne contengano la crescita. Una più radicale andrà effettuata invece in autunno-inverno per i caprifogli che vengono utilizzati come siepi.
Per proteggere la pianta dal gelo (inverno) e dall’eccessiva evaporazione dell’acqua (estate) è sufficiente una pacciamatura di paglia o foglie secche.
In autunno e in inverno, anche alla Lonicera in vaso bastano le piogge. In estate, invece, va innaffiata una volta la settimana.
SPECIALE: Mini-guida ai fiori da balcone
Il caprifoglio si può riprodurre per semina, in autunno, ma anche per talea apicale dei fusti (in autunno e in estate) e per propaggine.
Gli acerrimi nemici del caprifoglio sono:
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