Notizie

Tasmania, la foresta ora è patrimonio mondiale

La Tasmania celebra un’importante vittoria “verde”: circa 20mila chilometri quadrati di foresta secolare sono stati inseriti nella lista dei Patrimoni Mondiali Unesco, con una decisione che si spera possa mettere fine ad oltre trent’anni di lotte e battaglie tra gli ambientalisti, i politici e i taglialegna del territorio.

Tasmania, la foresta ora è patrimonio mondiale

A fare festa sono gli ambientalisti del territorio e di tutto il mondo, ma in particolare Miranda Gibson, l’ambientalista divenuta famosa per aver trascorso ben 457 giorni su un albero, proprio per sensibilizzare il mondo ed ottenere per tutto il territorio forestale la dichiarazione di “area protetta”.

SPECIALE: anche i “diavoli della Tasmania” a rischio d’estinzione

La decisione di una protesta così radicale è stata presa da Miranda Gibson nel dicembre 2011, quando è salita per sessanta metri su una pianta di eucalipto e lassù è rimasta, incurante delle difficoltà, del senso di isolamento e dei pericoli di tale situazione. La sua discesa è avvenuta nel marzo successivo, quando le autorità hanno concesso uno stato di protezione temporaneo per l’area.

Ora, la vittoria è completa: all’intera area è stato garantito il più elevato livello di protezione e la foresta secolare è a tutti gli effetti considerata patrimonio dell’umanità, mentre le attività dei taglialegna potranno proseguire in aree marginali del territorio forestale.

LE CONOSCI? Le nuove 7 meraviglie della Natura

La più vasta concentrazione di eucalipti al mondo, territori glaciali, ambienti alpini e subalpini caratterizzano l’area ora sottoposta a protezione, che costituisce l’habitat di molte specie a rischio di estinzione, tra le quali il Diavolo della Tasmania.

Per gli ambientalisti del territorio, però, c’è ancora un passo da compiere, che forse è ancora più difficile: dopo il riconoscimento dell’inestimabile valore dei 20mila chilometri quadrati di foresta secolare dal punto di vista ambientale, il prossimo obiettivo è quello del riconoscimento delle culture delle popolazioni locali come patrimonio umanitario.

Forse ti potrebbe interessare anche:

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Pulsante per tornare all'inizio