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Tecno-futuro: è possibile avere energia infinita dallo spazio attraverso i satelliti?

Potrebbero esserci presto novità sul fronte dello sfruttamento dell’energia proveniente dal sole. C’è un modo, affermano alcuni ingegneri ricercatori presso l’Università Strathclyde di Glasgow, per sfruttare l’energia del sole direttamente là dove viene prodotta, nello spazio.

Tecno-futuro: è possibile avere energia infinita dallo spazio attraverso i satelliti?

Ciò avverrebbe tramite dei satelliti solari che catturano l’energia solare in modo diretto e continuo per poi trasferirla sulla terra attraverso un sistema di microonde o di laser. Questo sistema permetterebbe di rifornire di energia solare ogni area geografica, anche quelle più impervie e difficili da raggiungere, oppure luoghi di gravi emergenze umanitarie e militari, per fare un esempio.

In pratica, questo sistema rende più semplice rifornire certe aree direttamente dallo spazio piuttosto che dalla terra, dove lo sfruttamento dell’energia solare può essere ostacolato dalle condizioni atmosferiche e variare tra notte e giorno. Massimiliano Vasile, un ingegnere aeropsaziale sfornato dal Politecnico di Milano e attualmente facente parte del dipartimento di meccanica e ingegneria aerospaziale dell’università Strathclyde, è a capo del team di ricerca e chiarisce il concetto facendo un esempio, quello del deserto del Sahara che, per  le sue caratteristiche, sulla carta sarebbe un ottimo centro di accaparramento continuo di energia solare: tuttavia, a essere difficoltosa sarebbe tutta l’attività di trasferimento di questa energia alle aree che ne hanno bisogno.

I satelliti solari ovvierebbero a questo problema perché le microonde possono irradiare qualsiasi luogo della terra garantendo una fornitura costante che risolverebbe anche l’incombenza di immagazzinare l’energia da altre fonti rinnovabili.

I primi satelliti saranno di dimensioni ridotte e potranno fornire energia a piccole aree, mentre progressivamente si pensa di mandare nello spazio impianti  in grado di fornire energia alle grandi metropoli. Ma l’obiettivo finale potrebbe essere addirittura una centrale energetica spaziale. Pochi mesi fa è stato fatto il primo piccolo esperimento, chiamato in lingua gaelica Suaideneah, attraverso un piccolo satellite collocato sopra il circolo polare artico.

Se tutto va bene, quindi, un giorno potremmo ricevere dallo spazio l’energia che serve a fare funzionare tutto il mondo.

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Un commento

  1. Si è magari, per un piccolo errore umano, irradiare una falda acquifera provocando un terremoto con il surriscaldamento delle acque sotterranee, oppure disintegrare con le microonde un paese ostile, ma anche solo semplicemente rendergli la vita difficile aumentando di qualche grado la sua temperatura, causando siccità e impedendo alla vegetazione di crescere. Altro ancora che già prospetta l’attuale tecnologia.
    In effetti alcuni satelliti militari hanno già una implementazione di questa tecnologia e, come fossero Awacs dello spazio, sondano nuvole, terreni e altre aree, come ad esempio gli oceani, per determinarne piovosità, ampiezza, sfruttabilità delle risorse superficiali o sotterranee.
    Ritengo estremamente pericoloso giocare con alti flussi di energia a distanze impensabili come quella che separa il terreno da un satellite, al pari di giocare con la genetica su piante ed animali senza saperne in anticipo i risultati, ma soprattutto senza un controllo e una analisi dei risvolti sconosciuti che ci attendono dietro l’angolo.

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