Riciclo creativo

Terracycle: dai rifiuti un mondo di nuovi prodotti. Quando a gestire i rifiuti è un’azienda.

Una volta erano gli homeless che nei film americani vedevi raccogliere le lattine per farsi dare pochi dollari che gli sarebbero serviti a sopravvivere. Ma Terracycle è, invece, un’esperienza dei nostri tempi, che parla il linguaggio de web 2.0 e sostiene i comportamenti virtuosi che avranno un compenso monetario, non solo “di coscienza”

Terracycle: dai rifiuti un mondo di nuovi prodotti. Quando a gestire i rifiuti è un’azienda.

L’esperienza americana di Terracycle ha fatto il giro di tutto il mondo. E’ la storia di un giovane, Tom Szaky, vincitore, con il suo business plan, del classico concorso di idee dell’università. Siamo a Princeton, però: qui chi ha un’ottima intuizione può trovare davvero sostegno economico e progettuale.

Il progetto di questo giovane consiste nel valorizzare al massimo la seconda vita dei rifiuti. Quelli più difficili da smaltire possono diventare, osserva il ragazzo, portapenne, borse, imballaggi, oggetti utili insomma. Così la materia prima per questa trasformazione, bisogna cercarla proprio lì, tra i rifiuti. Pagandola, naturalmente.

L’idea di Szaky è di conservare la raccolta differenziata per tipologia di rifiuto. Quando se ne ha una certa quantità, la si manda a Terracycle, l’azienda fondata dall’intraprendente ragazzo. Verrà pagata e in più ci sarà uno sconto per l’acquisto del prodotto ri-creato.

Ma l’intuizione di Szaky si spinge oltre: avendo bisogno soprattutto di grandi quantità, il ragazzo sa di doversi rivolgere a grosse aziende. Così offre loro in cambio dei rifiuti la pubblicità dei prodotti ricavati dal riciclo. Le aziende trovano interessante e vantaggioso offrire la materia prima: avranno un grande ritorno in termini pubblicitari, d’ immagine e sembra un’ottima idea di green marketing. Insomma, una “genialata” che oggi fattura 40 milioni di dollari.

E l’Italia? Il modello Terracycle non è ancora approdato nel nostro paese ma ha già dei degni imitatori. Per esempio: RePaperMe, un’azienda che compatta carta e cartone per la grande distribuzione, e che offre in cambio di questo tipo di rifiuti, sconti e premi al supermercato. E’ già attiva in alcuni supermercati della Lombardia e promette di espandersi.

Una delle iniziative sicuramente più interessanti è Mr Pet, che si occupa, principalmente nel settore pubblico, di sviluppare la raccolta differenziata, in cambio propone una carta che carica punti su negozi e supermercati convenzionati. Il sistema di Mr Pet si occupa di tutto: comunicazione del progetto e tutte le fasi di sviluppo. E, come quasi ogni azienda che sviluppa questo modello di business, anche Mr Pet si è specializzata: nella lavorazione del PET (Poli-Etilene Tereftalato). Infatti realizza carrelli e cestini per la spesa fatti di keorex®, un innovativo derivato della plastica riciclabile all’infinito.

Le voci su un possibile approdo di Terracycle in Italia sono ancora molto controverse: se ne parla dal 2010 ma fino ad ora non c’è stato nessun sbarco ufficiale dell’azienda americana nel nostro paese. Forse all’inizio del 2012 Terracycle arriverà in Italia con un meccanismo diverso  dall’originale americano: chi aderisce non paga la tassa comunale sulla nettezza urbana (la tanto odiata TARSU) ma conferisce i rifiuti perfettamente differenziati a Terracycle. Per questo riceverà un compenso che potrà essere devoluto in beneficenza o permettergli di acquistare  i rifiuti riciclati sotto forma di oggetti di uso quotidiano come matite, quaderni e zainetti.

Soprattutto contribuirà alla grande finalità del progetto: il ciclo delle risorse diventa infinito perché ogni oggetto può essere riutilizzato ed  i rifiuti “veri” tenderanno allo zero.

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