Esattamente vent’anni fa una ragazzina canadese di appena 12 anni stupiva il mondo intero intervenendo con un discorso memorabile durante il Vertice della Terra delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro. Il suo nome era Severn Suzuki e, anche se oggi non molti la ricordano, quel giorno il suo discorso di appena 6 minuti zittì i potenti del mondo e si impose all’attenzione dell’opinione pubblica con una forza prorompente.
Quello che Severn disse ai rappresentati delle Nazioni Unite stupì per la maturità, la capacità di analisi e la disarmante innocenza che solo una ragazzina della sua età poteva esprimere. La richiesta era semplice e invocava il desiderio di vedersi restituire un mondo migliore: “se voi grandi insegnate a noi bambini ad essere generosi come mai fate le guerre e non utilizzate quelle forze e quei soldi per sfamare chi non mangia?’”
E ancora – “non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono (…), non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non sapete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c’è un deserto. Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore smettete di distruggerlo!”.
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Oggi quella ragazzina coraggiosa ha 32 anni e in tutto questo tempo è rimasta fedele ai suoi valori continuando la sua battaglia in difesa dell’ambiente e dei diritti dell’uomo. È mamma, attivista convinta e indomita paladina della natura e durante i suoi studi universitari ha lavorato a diversi progetti.
Più forte che mai tornerà a Rio proprio quest’anno per continuare a diffondere il suo messaggio in un mondo che – dal giorno del suo discorso – non è affatto migliorato. Severn continua a sperare che possa cambiare prima che suo figlio sia adolescente.
E del suo discorso commovente riecheggiano ancora le parole forse più significative: “Siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo. Mondo, non è forse arrivato il momento di svegliarsi?”
Guarda il video del discorso di Servern bambina alla Conferenza di Rio di vent’anni fa.
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