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Tracciare gli alberi dell’Amazzonia per proteggerli

Nonostante due secoli di esplorazioni della foresta amazzonica alla scoperta della sua biodiversità, la quantità delle specie botaniche presenti e dei singoli esemplari è rimasta fino ad oggi piuttosto oscura. A fare luce è stato un recente studio che ha coinvolto oltre 100 esperti, dando vita al primo “censimento verde” relativo all’Amazzonia, pubblicato sulla rivista Science.

Il bilancio è di 390 miliardi di alberi appartenenti a 16.000 specie diverse: tra queste si distinguono 227 specie ‘regine’, che dominano incontrastate, popolando da sole circa la metà della foresta.

I dati raccolti derivano dall’analisi di oltre 1000 studi condotti nel corso di dieci anni in tutta l’area comprendente il bacino del Rio delle Amazzoni e il cosiddetto ‘scudo’ della Guyana. L’identificazione delle 227 specie definite “iperdominanti” è fondamentale per lo studio dell’ecosistema amazzonico: sono proprio queste varietà a costituire il pilastro portante dei microecosistemi nei quali esse sono presenti in modo preponderante.

Molte di queste varietà, infatti, sono presenti solamente in determinate aree e il loro censimento ha permesso di definire in modo puntuale le caratteristiche dei diversi microecosistemi che compongono l’immenso patrimonio verde della foresta dell’Amazzonia.

Il report si sofferma sulla discussione delle implicazioni del fatto che un ristretto numero di specie (meno variegate di quelle che caratterizzano i territori del Nord America) costituiscono circa metà della comunità botanica più variegata al mondo.

Il documento ha permesso, inoltre, di identificare la specie in assoluto più diffusa: si tratta dell’Euterpe precatoria, una palma che può raggiungere anche i 20 m di altezza.

Per molte altre varietà si delinea invece una situazione di emergenza a causa della deforestazione della foresta amazzonica: circa 6.000 specie contano una diffusione, su tutto il territorio, di meno di 1.000 esemplari e per questo potrebbero presto venire inserite nella lista rossa delle specie a rischio di estinzione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, per essere inserite in appositi programmi di tutela e ripopolamento.

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Martina Pugno

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