È partito dall’Emilia-Romagna il progetto europeo RAEE ideato per favorire la tracciabilità dei ‘tecno-rifiuti’ nei paesi membri. Un passo in più nell’ambito della raccolta differenziata che dovrebbe consentire di identificare i cittadini più virtuosi, premiarli con sconti e agevolazioni sulle tariffe di igiene ambientale e determinare le abitudini dei consumatori.
Il progetto pilota – denominato Identis Weee (Identification DEterminatioN Traceability Integrated System for Weee) – è stato così accolto dal Gruppo Hera, attivo nella gestione dei servizi energetici, ambientali e idrici in tutto il territorio emiliano-romagnolo. Bologna, Ravenna, Castenaso e Lugo di Romagna sono i primi centri che vedranno l’introduzione di cassonetti ‘intelligenti’ e stazioni ecologiche self-service che dovrebbero consentire un significativo incremento della raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici e favorire il recupero di metalli preziosi.
Il progetto – che partirà subito dopo l’estate 2012 – punta a portare a 11 kg annui il totale di RAEE per ogni abitante, ma un altro obiettivo è tracciare i rifiuti dal conferimento fino al recupero e al trattamento finale. L’investimento, supportato dal fondo europeo, sarà di 3,5 milioni di euro e verrà sperimentato anche in Spagna e Romania.
I RAEE, rifiuti speciali pericolosi se mal smaltiti, devono seguire un percorso di raccolta specifico e ben controllato per evitare la dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti e consentire il recupero di materie importanti come plastica, vetro, ferro, alluminio e metalli preziosi.
I vantaggi in termini energetici, economici e ambientali derivanti dall’adozione di tali pratiche sono enormi e l’Italia, fanalino di coda in Europa per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti elettronici (vedasi a questo proposito uno studio Eurisko, che fotografa la nostra ignoranza in materia), non può certo rimanere a guardare.
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