Alcuni li chiamano ‘antiparassitari’, altri ‘fitofarmaci’, altri ancora ‘agrofarmaci’.
In qualsiasi modo siano stati denominati nel corso degli anni i pesticidi rimangono sostanze chimiche largamente utilizzate in agricoltura i cui effetti nocivi sono, in molti casi, ancora da chiarire. I principi attivi alla base dei pesticidi sono identificabili in 7 categorie principali:
Nel tempo sono tante le sostanza chimiche ad essere state bandite per la loro comprovata tossicità, ma nonostante questo i consumatori continuano ad ingerirli assieme ai prodotti che comprano sul banco dei supermercati o nei mercati ortofrutticoli. L’Istat afferma che attualmente il numero dei pesticidi impiegati dall’ industria agroalimentare è aumentato di ben 20 volte rispetto al secolo scorso con conseguente disastrose per l’ambiente: inquinamento idrico, atmosferico, contaminazione del suolo e mutazioni genetiche irreversibili di alcune varietà vegetali e di molte specie di insetti.
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Il risultato è che i parassiti sono sempre più resistenti all’azione dei principi attivi e le case farmaceutiche sono costrette a creare dei pesticidi sempre più potenti e quindi pericolosi per la salute dell’uomo.
Il Governo italiano continua a tranquillizzare l’opinione pubblica sulla sicurezza del cibo che arriva sulle nostre tavole, ma i dati di riferimento potrebbero essere fuorvianti per tutta una serie di ragioni che non trovano il giusto spazio nel dibattito:
Per prima cosa i livelli standard per valutare la sicurezza degli alimenti non tengono conto della pericolosità dell’accumulo di sostanze tossiche ingerite sul lungo periodo; e in secondo luogo la sinergia di diversi principi attivi nello stesso prodotto può provocare un effetto ancora più nocivo di quello attribuibile ad una singola sostanza presente in una percentuale in linea con i limiti di sicurezza fissati dalla legge.
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Ciò vuol dire che siamo di fronte a dei criteri di sicurezza ‘relativamente’ affidabili. Ma quali sono gli effetti dei pesticidi sull’uomo? Eccone una selezione:
È stato accertato, inoltre, che i pesticidi ingeriti dalle donne in gravidanza arrivano al feto attraverso la placenta e il latte; ancora più inquietante il fatto che la tossina del bacillus turigensis (presente nel mais transegenico) e un derivato del glufosinato (dieserbante impiegato nelle stesse colture) si accumulano nel siero delle donne incinte e nei feti. Alla luce di queste considerazioni, ecco alcuni suggerimenti per evitare di ingerire queste pericolose sostanze.
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Intanto è bene sapere che l’agricoltura biologica e biodinamica certificata esclude l’utilizzo della stragrande maggioranza di questi principi attivi. Scegliere i prodotti derivanti da queste colture è sicuramente il primo passo per difenderci da tutti i rischi precedentemente elencati.
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La nocività dei pesticidi non è da sottovalutare e fino a quando l’Unione Europea non deciderà di bandirne completamente (o quasi) l’utilizzo per prevenire i possibili effetti sulla salute dei consumatori è meglio far proprie queste semplici regole e tenere alta l’attenzione su quello che mettiamo nel piatto ogni giorno.
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