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L’UE verso l’unificazione del mercato energetico

Dalle parole agli atti. L’Unione Europea ha confermato la volontà di creare un mercato unico dell’energia, una decisione importante sia per i 27 Paesi membri, ma anche per le società italiane del settore che devono fronteggiare un forte calo della domanda domestica di energia.

L’UE verso l’unificazione del mercato energetico

Nei dettagli, l’idea è quella che si discute da almeno un anno per un’integrazione del mercato elettrico da realizzare entro il 2020. Una rete unica e un mercato unico dell’energia, con tanto di Borsa elettrica in cui si possa scambiare il “prodotto” da ciascun paese.

Ciò consentirebbe al Vecchio Continente l’opportunità di sfruttare l’enorme potenziale delle sue centrali, con un mix tra fonti tradizionali e rinnovabili di livello assoluto tra le macro-regioni mondiali.

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L’obiettivo finale è quello di ridurre la dipendenza crescente da forniture di importazione, lo sviluppo di fonti locali e di nuove tecnologie. Implementando una rete che colleghi effettivamente tutti i paesi sarebbe possibile, per esempio, utilizzare a pieno regime il parco delle centrali a gas italiane quando venisse a mancare l’apporto dei grandi impianti eolici dell’Atlantico e del mare del Nord.  Senza dimenticare, dall’altra parte,  l’apporto delle centrali nucleari francesi – sperando comunque che a breve anche i cugini transalpini aprano una nuova fase all’insegna dell’energia pulita, sul modello tedesco – e dei paesi dell’est europeo e lo sviluppo del fotovoltaico.

Per soddisfare lo scopo serve però implementare le reti. A questo proposito, la Ue sta studiando la possibilità di concedere prestiti a tassi favorevoli  e incentivi alle società che realizzeranno infrastrutture transfrontaliere. Opportunità su cui stanno lavorando i due leader del settore in Italia, Terna e Snam.

Una misura che va sicuramente incontro ad una esigenza di maggiore efficienza: sperando che non siano le fonti pulite e i consumatori a rimetterci.

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