Un Piemonte poco conosciuto, l’Oltregiogo
Il nostro viaggio tra le regioni storiche meno conosciute dell’Italia settentrionale prosegue con l’Oltregiogo, area collinare e montuosa compresa tra Liguria e Piemonte, tra il mare e le prime propaggini della Pianura Padana. Territori a cavallo dei valichi appenninici, il passo dei Giovi, il passo del Turchino e della Bocchetta.

In tutto una cinquantina di comuni – i principali Novi Ligure e Ovada – appartenuti per diversi secoli alla Repubblica di Genova ed ai feudi imperiali connessi. In seguito sono stati compresi nella provincia di Novi e infine con l’Unità d’Italia sono stati spartiti (e non senza polemiche, che si protraggono tutt’oggi) tra le province di Genova e Alessandria.
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E’ giusto parlare di una vera e propria terra di mezzo, contesa e ambita, come attestano i numerosi castelli, le fortificazioni medievali e le chiese che ancora svettano sulle cime dei colli.
Testimonianze architettoniche del passato e ambiente ancora ben conservato: qui, in Val d’Orba, Valle Scrivia, Val Brevenna, Valle Stura e Val Borbera, è ancora la campagna a farla da padrona, con filari di vigneti, boschi di castagni e pinete che disegnano scenari da cartolina. Non è un caso se l’area propone un’ampia scelta di bed & breakfast e agriturismi.
La terra fertile dell’Oltregiogo garantisce da sempre delle ottime prelibatezze. Su tutte citiamo un lungo elenco di vini pregiati, come il Gavi DOCG, i DOC Cortese e Dolcetto, il Nibiò e il Timorasso.
Abbiamo poi funghi, castagne, legumi, ortaggi e frutta, prodotti che ritroviamo in una cucina che risente in maniera consistente dell’influenza ligure, pur essendo essenzialmente una cucina di terra. Da Novi a Tiglieto, da Basaluzzo a Montoggio, a tavola è un trionfo di focacce e farinate, torte salate e polpettoni, agnolotti, ravioli e trofie al pesto alla genovese, stoccafisso, carne di coniglio e verdure ripiene. Tra i dolci vanno invece per la maggiore pandolce, amaretti e canestrelli alla novese.
Il territorio offre inoltre un lungo elenco di tradizionali sagre tra cui quelle del dolce Dolci Terre di Novi a Novi Ligure, la Sagra dello Stoccafisso a Vignole Borbera ed a settembre il Festival dell’Uva e del Cortese di Gavi a Gavi.
L’Oltregiogo offre succulenti percorsi eno-gastronomici, ma anche aree di elevato interesse naturalistico, come il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, e siti archeologici ancora ottimamente conservati. A Serravalle Scrivia, lungo l’antico tracciato della via Postumia, si situano i resti di Libarna, antica città romana eretta nel I secolo a.C su un preesistente insediamento di popolazioni liguri. Dei 40 isolati ( o insulae), di cui si componeva il tessuto urbanistico, attualmente sono visibili solo i resti di due, ai lati del decumano massimo.
Il percorso del decumano si conclude in corrispondenza del più imponente degli edifici pubblici messi in luce, l’anfiteatro a terrapieno, in grado secondo le stime di ospitare fino a 8 mila spettatori. Dagli scavi si sono rivenuti frammenti di pavimenti in lastre di marmo, oltre ad un mosaico di grandi dimensioni rappresentante il mito di Licurgo e Ambrosia.
I più significativi tra i materiali archeologi recuperati sono attualmente esposti presso l’Area Museale di Libarna, ospitata nel Palazzo comunale di Serravalle Scrivia. L’area archeologica di Libarna è invece aperta al pubblico.
Se si punta al vicino outlet di Serravalle perché non deviare per una visita a questo interessante sito archeologico e magari farsi un bicchierino della vecchia grappa Libarna?
Un territorio ricco di spunti di interesse, al punto da suggerire la creazione di un Distretto culturale e ambientale dell’Oltregiogo, che mira a lavorare di concerto con le istituzioni per educare le nuove generazioni alla conoscenza e alla valorizzazione dell’area, mirando a incrementare il livello dei servizi e promuovere utili sinergie.