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Un progetto italiano trasforma i maglioni in fertilizzanti

Si chiama Greenwolf ed è un progetto tutto italiano. L’obiettivo è quello di riciclare la lana di scarto che costituisce un rifiuto speciale altamente inquinante, con un elevato costo di smaltimento. L’idea nasce dalla partnership tra il Cnr di Biella e il Politecnico di Torino, con la collaborazione di Obem SpA, un’azienda specializzata nella produzione di macchinari, perlopiù in ambito tessile.

Un progetto italiano trasforma i maglioni in fertilizzanti

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Grazie a un’apparecchiatura realizzata ad hoc, Greenwolf permetterà di trasformare la lana di scarto in fertilizzante azotato, che potrà essere riutilizzato in ambito agricolo nelle stesse zone di produzione della lana. L’intenzione è quella di riconvertire la maggior quantità possibile di lana di scarto per abbattere i costi e ridurre l’inquinamento derivato dallo smaltimento del materiale.

Nel progetto saranno utilizzati capi d’abbigliamento a fine vita, cascame (ovvero i residui staccatisi in fase di lavorazione), la lana rigenerata e infine quella lana che, fin dalla tosatura, non può essere usata a scopo tessile per la sua scarsa qualità.

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Quest’ultimo tipo, inutilizzabile fin dall’inizio, attualmente subisce comunque la fase di lavaggio post-tosatura prevista per legge; grazie a Greenwolf questa costosa procedura potrebbe essere omessa, così come l’altrettanto oneroso trasporto delle lane ai centri di raccolta, poiché è prevista la costruzione di mini-impianti di conversione nelle zone di allevamento.

ll progetto Greenwolf – che si svilupperà nei prossimi 3 anni – prevede diverse fasi: costruzione dell’impianto per l’idrolisi della lana con acqua bollente, studio delle reazioni, sperimentazione sull’impianto, valutazione dei fertilizzanti ottenuti e, infine, diffusione dei dati della sperimentazione. L’investimento complessivo previsto a oggi per Greenwolf è di 2 milioni di euro, uno dei quali finanziato dall’Unione Europea.

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Non ci resta che attendere la fine della sperimentazione, nel frattempo conserviamo i vecchi maglioni: fra 3 anni potrebbero diventare dei bellissimi girasoli!

Published by
Cinzia Porfiri