Tutti sognano di poter ammirare almeno una volta nella vita il magico e meraviglioso spettacolo delle barriere coralline. Occupano solamente l’1% degli oceani, ma forniscono un habitat a più di un quarto delle specie marine. Purtroppo il 60% di loro rischia di essere distrutto a causa del cambiamento climatico, dell’inquinamento, della pesca insostenibile e dallo sviluppo commerciale delle coste. Una minaccia ambientale che è sistematicamente sottovalutata e che invece potrebbe avere conseguenze gravissime per l’intero pianeta.
Nonostante ciò, un’autorità in materia come Mark Spalding, scienziato marino della Nature Conservancy, rimane fiducioso e afferma che esiste ancora una speranza per la salvaguardia delle barriere coralline. Più di dieci anni fa, nel report Reefs at Risk, Spalding e colleghi avevano messo in guardia tutto il mondo in merito alla possibile scomparsa delle barriere coralline. Fortunamente questo campanello d’allarme ha scaturito centinaia di buoni esempi di una corretta salvaguardia delle barriere a livello mondiale. Ma non bisogna sicuramente sedersi sugli allori; di fatto il 75% di questi spettacolari coralli sono in condizioni degradate a causa della diminuzione del numero di pesci, della diminuzione dei coralli stessi e di banchi di alghe che ricoprono completamente il fondo del mare.
Lo sbiancamento corallino rimane sicuramente la minaccia più grande: è un sintomo di stress causato dal riscaldamento delle acque. I coralli perdono il loro colore originale e alcune importanti alghe che normalmente vivono all’interno dei loro corpi. Questo effetto disastroso sta aumento drasticamente e gli scienzati non sono ancora in grado di prevedere tutte le conseguenze di uno sbiancamento così accellerato.
La soluzione migliore, secondo Mark Spalding, è sicuramente quella di ispirarsi a quei case study di successo rappresentati da alcune comunità locali che hanno lavorato duramente per la salvezza delle barriere coralline; nel report ci sono circa 60 consigli e raccomandazioni per politici, scienzati e industrie per riuscire a non distruggere le barriere coralline e tutto il loro habitat.
I turisti invece non devono rinunciare a fare snorkeling e ad ammirare questo spettacolo della natura, ma nel farlo dovrebbero scegliere strutture alberghiere sostenibili, diminuire la loro carbon footprint e mettere in pratica tutti quei piccoli accorgimenti che potrebbero diminuire l’inquinamento.
Un’iniziativa interessante per riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica è la campagna pubblicitaria “Il Cimitero dei Coralli”. Sono state posizionate nel Mar Rosso delle lapide galleggianti, ognuna con il nome della barriera distrutta. La campagna è rivolta soprattutto ai turisti delle spiagge Nord del Mar Rosso e sottolinea l’importanza del patrimonio ambientale da salvaguardare.
La salvezza degli eco-sistemi, specie quelli più delicati, passa attraverso l’impegno di tutti e l’adozione di comportamenti il più possibile ecosostenibili in viaggio.
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