Urban mining a Roma

La carenza e il costo di materie prime rappresentano un problema ormai globale. Per questo motivo dobbiamo sempre più puntare sul riciclo e il riutilizzo intelligente delle materie prime che ci offre madre natura. Una soluzione si chiama “Urban mining”, e rappresenta la capacità di estrarre materie prime dai nostri rifiuti tecnologici, parente stretta del “Landfill mining“, attività simile compiuta in discarica per recuperare materiali importanti e nel contempo bonificare il sito.
Queste tecniche potrebbero a breve essere introdotte a Roma. Se ne è parlato in termini concreti all’interno di un convegno organizzato nei giorni scorsi dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

Urban mining a Roma

L’incontro ha permesso di approfondire la possibilità di realizzare nellíarea metropolitana della Capitale impianti tecnologici per il recupero e riciclo di queste preziose materie prime. C’è molta fiducia intorno a un progetto che secondo i promotori potrebbe  consentire la chiusura del ciclo dei rifiuti per una categoria di prodotti il cui quantitativo è in crescita esponenziale.

Del gruppo fanno parte i cosiddetti RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) contengono rame, ferro, acciaio, mercurio, antimonio, berillio, gallio, germanio, niobio, tantalio e altri elementi di primaria importanza e di difficle reperimento per la creazione di apparecchiature o componenti ad alta tecnologia.

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Riutilizzare si può, anzi si deve. Basti pensare che, ad esempio, una semplice scheda a circuito stampato può contenere fino al 20% in peso di Rame e fino a 250 grammi per tonnellata di oro. Percentuali da non sottovalutare se pensiamo che in natura una miniera d’oro può restituire appena da 1 a 10 grammi di oro su 1 tonnellata di materiale estratto, o il rame che più generosamente ne offre dai 50 ai 100 chili per tonnellata.
Per tramutare idee e progetti in interventi concreti serve ora attrarre investimenti. Superato questo step, si potrà avviare una nuova fase dell’economia romana e auspichiamo globale, improntata alla sostenibilità sociale e ambientale.

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