USA, tra i candidati a Segretario di Stato una pro-petrolio
Sebbene abbia deluso in tema di politiche ambientali, Barack Obama si è lasciato preferire dagli ambientalisti rispetto a Romney, che ai più ha rievocato il fantasma di George W. Bush. Si spera dunque che il riconfermato Presidente americano dia una sterzata decisiva agli Usa in tema di green economy e rinnovabili. Anche perché, essendo questo il suo secondo e dunque ultimo mandato, ha più carta bianca per agire.
Le premesse però non sono confortanti. Basta vedere chi potrebbe succedere a Hillary Clinton come Segretario di Stato: Susan Rice.
VAI A: Nel discorso della vittoria, Obama ci invita a combattere perl’ambiente
L’ambasciatrice americana all’ONU, infatti, ha investito da 300.000 a 600.000 dollari (dai 232.000 ai 464.000 euro) in azioni della società responsabile dell’oleodotto Keystone XL, un gigante da 7 miliardi di dollari che attraverserebbe gli Stati Uniti dal Canada al Golfo del Messico ma che necessiterà dell’approvazione del dipartimento di Stato. L’investimento, secondo gli ultimi documenti depositati, ha fruttato 20.000 dollari (15.000 euro) alla Rice ad al marito nel solo 2011.
La lista degli investimenti petroliferi dei Rice, purtroppo, non si ferma qui. Come rivela OnEarth, pubblicazione del gruppo ambientalista Natural Resources Defense Council, hanno infatti puntato un terzo della loro ricchezza, circa 43,5 milioni di dollari, in società canadesi collegate all’industria del petrolio, molte delle quali finite sotto i riflettori perché particolarmente inquinanti.
Gli investimenti della coppia nel settore petrolifero, tuttavia, non si limitano alle azioni in TransCanada. Secondo i documenti finanziari depositati, hanno investito altri 1,25 milioni di dollari nei quattro principali giganti petroliferi canadesi. Tra questi spicca Enbridge, tra i maggiori fornitori degli Stati Uniti, protagonista di un incidente del luglio 2010 in Michigan, quando più di 20.000 barili di greggio finirono nel fiume Kalamazoo.
Non solo. Almeno 1,5 milioni di dollari sono stati investiti nella Royal Bank of Canada, istituto finanziario per il sostegno bancario allo sfruttamento delle sabbie bituminose nel territorio.
Come futura Segretaria di Stato, la Rice dovrà prendere posizione sull’oleodottoKeystone XL, che collegherà la regione canadese dell’Alberta alle raffinerie del Texas attraverso 6 Stati, trasportando 700.000 barili di greggio al giorno. Un ordine esecutivo dell’ex presidente George W. Bush, infatti, ha stabilito che è compito del dipartimento di Stato esprimersi su progetti che escono dai confini americani.
Per questo è probabile che Rice dovrà liberarsi degli investimenti in TransCanada, la società canadese responsabile dell’oleodotto, per evitare un conflitto di interessi.
Insomma, con una Segretaria di Stato che ha massicci investimenti economici nell’oro nero, è difficile immaginare una rinuncia dell’amministrazione Obama al petrolio.
Anzi, potrebbero perfino incrementare le politiche americane volte alla corsa al petrolio. Le dichiarazioni favorevoli nei suoi confronti da parte del Presidente americano, purtroppo, lasciano presagire una scelta in tal senso.
LEGGI ANCHE:
- Obama: altri due miliardi di dollari investiti sul fotovoltaico
- Aumenta ancora il consumo di petrolio. Quando le energie alternative lo sostituiranno interamente?
-
Obama vuole sulle strade 1 milione di veicoli elettrici entro il 2015