Il viburno appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae: si tratta di arbusti molto ramificati e alti fino a 10 m. Ne esistono diverse specie, ideali per una siepe in un giardino o in un parco, che andremo a conoscere in questa guida.
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Le foglie del viburnus lantana possono essere caduche o sempreverdi e la forma è lanceolata, liscia e rugosa e ha una consistenza coriacea.
I fusti sono molto ramificati, e sopportano potature anche drastiche, per mantenere l’arbusto più compatto.
Molto caratteristici anche i suoi fiori. Sono bianchi raggruppati in mazzetti ma variano al variare della specie e possono essere anche prematuri. Le specie con le foglie caduche fioriscono in primavera, mentre quelle sempreverdi in primavera o in autunno. I fiori del Viburno sono riuniti in racemi ad ombrello.
I frutti sono composti da bacche di colorazione rossa che diventano nere quando sono mature, che spuntano in autunno e restano a lungo ancorati alla pianta. Esse non profumano e non sono commestibili, ma sono molto utilizzate come decorazioni e in fitoterapia.
La pianta di Viburno comprende diverse specie, ognuna con caratteristiche particolari.
Originario dell’Asia e dell’Europa è un genere che comprende più di duecento specie e tantissime varietà, ognuna con caratteristiche e peculiarità differenti. A seconda della specie di appartenenza questa pianta può presentare caratteristiche molto differenti fra loro:
Coltivarla è semplice: è una pianta che ha capacità di resistere anche ad alte temperature, alla siccità, ed è forte nei confronti di malattie e parassiti.
La pianta (in particolare il Viburno Lucido) può essere piantata, cioè messa in dimora, in qualunque momento dell’anno.
Prima di piantare la pianta è meglio miscelare il terreno con sabbia e concime come prevenzione contro il ristagno idrico nocivo per la pianta e che può far insorgere patologie fungine.
Questi arbusti si accontentano delle piogge, ma può essere necessario intervenire con annaffiature abbondanti in caso di periodi di siccità molto prolungati.
In autunno o a fine inverno si consiglia di interrare ai piedi degli arbusti del concime organico ben maturo. Sarà sufficiente annaffiare una volta alla settimana.
Viene consigliata la concimazione due volte all’anno a marzo e ad agosto: in in primavera si consiglia l’utilizzo di un fertilizzante ricco di sostanze organiche e di minerali.
L’ideale sarebbe un concime è di tipo a lento rilascio, così da essere coperti per qualche mese.
La potatura è meglio effettuarla tra aprile e maggio, quando la pianta ha terminato la fioritura, allo scopo di ridefinire il contorno della siepe, di eliminare i rami in eccesso o che sono troppo vecchi.
La potatura non deve essere fatta in modo troppo frequente, poiché si rischierebbe di indebolire la pianta e di bloccare la fioritura della stessa.
Se le piante superano i 5 metri di altezza basta una potatura all’anno, mentre se non superano i due metri ne serviranno due.
Questa pianta è consigliata come siepe per giardini, parchi pubblici e terrazzi: è facile da coltivare, non richiede grossa manutenzione e ha un piacevole effetto ornamentale, ed emana un gradevole profumo.
Per realizzare una siepe bisogna piantare le diverse piante ad una distanza di 60 cm, poiché la crescita è abbastanza veloce. Il terreno ideale deve essere soffice e ben drenato con presenza di argilla o sabbia.
La siepe può essere posizionata sia al sole diretto sia all’ombra.
Viene consigliato di realizzare una siepe con queste piante perché:
Si tratta di una pianta molto resistente a parassiti. Però i ristagni d’acqua possono favorire lo sviluppo di patologie fungine, come il ‘marciume basale’ che si manifesta con la comparsa di zone brune sul fogliame e porta ad un deperimento della pianta.
La cura per questo tipo di problema prevede la sterilizzazione del terreno e l’estirpazione delle sezioni infette. Una volta effettuato questo tipo di intervento è importante procedere con un’attenta profilassi ed è necessario programmare un sistema di drenaggio corretto del terreno.
Altre condizioni che minacciano la pianta sono la maculatura fogliare e il mal bianco e nemici come il cosiddetto ragnetto rosso, gli afidi, il tarsonema e il tripide.
È anche una pianta usata in fitoterapia ma solo per quanto riguarda alcune specie: la lantana, l’opulus e il prunifolium. Queste specie di viburno pur avendo proprietà medicinali sono tossiche come tutte le altre specie.
Attenzione: la corteccia contiene molte saponine, tra cui la virbunina principi attivi molto velenosi! Anche i frutti di questa specie sono tossici.
Il gemmoderivato del Viburnum lantana è un rimedio naturale efficace per la cura dell’asma allergica ed è in grado di esercitare un’azione calmante sul sistema neurovegetativo polmonare e di inibire gli spasmi bronchiali.
L’infusione delle sue infiorescenze ha proprietà antinfiammatoria ed è perfetto per curare i sintomi dell’influenza e del raffreddore, come tosse, mal di gola e difficoltà respiratorie.
Ricca di principi attivi benefici che possono essere sfruttati per la cura di diverse affezioni e patologie comuni di media e lieve entità, ha tra i suoi principali costituenti:
Quest’ultima, in particolare, è il principio amaro più medicamentoso della pianta ed è concentrato sopratutto nelle foglie e nelle bacche.
In virtù di queste sostanze, la lantana ha spiccate proprietà astringenti, rinfrescanti, spasmolitiche, antiallergiche e sedative.
Come abbiamo anticipato, possiede molte proprietà fitoterapiche che trovano diverse applicazioni e usi nella medicina naturale.
In tempi antichi, un infuso a base di fiori e foglie di questa pianta era considerato il rimedio ideale per combattere i sintomi dell’influenza o per attenuare gli spasmi muscolari e il mal di stomaco.
Ancora oggi, in Africa, questa bevanda viene somministrata ai bambini per calmare i dolori e le coliche addominali.
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I suoi effetti benefici sono apprezzabili sopratutto nella cura delle gengive dolenti e di moltissime affezioni a carico dell’apparato respiratorio, tra cui asma, bronchite e dispnea.
Viene utilizzata anche per la cura delle emorroidi, della stitichezza, della diarrea e per attenuare i sintomi della piorrea.
Preparati a base di estratti di questa pianta si possono facilmente acquistare in erboristeria e nelle farmacie omeopatiche.
Prima di iniziare l’assunzione, chiedete sempre il parere del vostro medico di base o dell’erborista di fiducia.
Ricordiamo che l’estratto idrocolico di questa pianta è usato in medicina naturale per potenziare l’effetto di dilatatori bronchiali come il salbutamolo (Ventolin) o analoghi.
Attenzione alle bacche scure della pianta che possono causare irritazioni cutanee e lesioni epatiche. Sono tossiche per uomo e animali domestici e non devono essere ingerite per nessuna ragione.
Il prodotto che comunemente si trova in erboristeria (gocce) è lievemente alcolico, quindi può essere controindicato per intolleranti al lievito.
Evitate, quindi, le cure ‘fai-da-te’ e fatevi guidare sempre dalla supervisione di uno specialista.
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