WildlifeDirect è il principale blog dedicato alla salvaguardia della fauna selvatica in Africa. L’obiettivo dell’organizzazione – come spiega Paula Kahumbu, direttore esecutivo di Wildlife Direct – è quello di attirare l’attenzione mondiale sulle attività degli ambientalisti attivi per la fauna selvatica africana, che spesso si trovano ad operare in luoghi del tutto isolati e talvolta anche pericolosi, nella speranza di raccogliere i fondi per le attività di conservazione.
Infatti, l’ammontare dei finanziamenti per queste piccole organizzazioni è sempre più esiguo, soprattutto in seguito alla grande crisi finanziaria. Molti giovani ambientalisti che non riescono a vivere di questo lavoro, stanno andando via cercando lavoro altrove, cosa che rappresenta una perdita inestimabile per l’organizzazione.
FOTO: alcuni degli animali più insoliti e curiosi rischio di estinzione
L’idea del blog è di Richard Leakey, ambientalista Keniota, che ha pensato a questa iniziativa come metodo per dare la possibilità agli amanti dell’Africa di sostenere e finanziare la sopravvivenza dell’ ambiente naturale africano.
Oggi WildlifeDirect è la sede di circa 75 blogger che testimoniano il loro impegno per la protezione degli animali nel continente africano ed oltre. In questo modo, molti di loro ricevono sostegno da parte di lettori volontari, non solo finanziario. Infatti i lettori spesso diffondono la notizia di queste operazioni tramite social network o donano macchine fotografiche, computer, e quanto altro possa risultare necessario al lavoro degli ambientalisti.
Gli animalisti sono riusciti, tra le tante cose, a bloccare, proprio grazie all’informazione attraverso il blog, l’avvelenamento di un gran numero di animali in Kenya causato dall’impiego di un determinato pesticida per l’agricoltura, sostanza chimica rimossa così dal mercato.
Molti paesi, inoltre, contribuiscono negativamente al deterioramento delle condizioni di vita della fauna selvatica africana, a rischio quindi di estinzione. L’Etiopia, per esempio, ha iniziato i lavori per una diga idroelettrica, senza aver prima valutato l’impatto ambientale. Ma la più grande minaccia per le risorse naturali africane è senz’altro la Cina. I cinesi, poveri di materie prime in patria, stanno accaparrandosi legno e petrolio ad una velocità impressionante. A tal proposito è quindi importante che i governi africani sviluppino delle politiche ambientali che proteggano le proprie risorse a tutti i costi. Il Kenya, ad esempio, ha una forte politica ambientale, ma si tratta di un sistema troppo corrotto e facile da penetrare.
Bisogna, quindi, trovare il modo affinché gli altri paesi finanzino la conservazione ambientale africana, e la sensibilizzazione e l’informazione attraverso il blog è già un gran passo, oltre allo straordinario lavoro quotidiano dei volontari e degli ambientalisti , che fanno i “cani da guardia” del patrimonio naturalistico del Continente Nero. Una funzione un tempo appannaggio della stampa tradizionale, ma che oggi trae nuova linfa dall’impegno dei tanti volontari, blogger e donatori che hanno a cuore la salvaguardia della fauna selvatica in Africa.
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