Wores, la lana che pulisce il mare dagli sversamenti di petrolio
Il disastro del Golfo del Messico ha tragicamente richiamato l’attenzione sulla necessità di disporre di soluzioni di limitazione del danno in caso di sversamento di petrolio in mare.
Va infatti ricordato che, oltre ai rischi della trivellazione offshore, esistono quelli derivanti dalle innumerevoli petroliere che solcano i mari quotidianamente.

Una soluzione che viene da casa nostra si chiama Wores, abbreviazione di wool recovery system e che è basata appunto sulla lana e sulle sue grosse capacità di assorbimento. Più precisamente sulla lana sucida, lana scartata dalle lavorazioni tessili in quanto di bassa qualità, che ciononostante ha grosse capacità di assorbimento.
Basti pensare che una nave equipaggiata con la soluzione Wores può recuperare fino più di 6.000 barili di petrolio in una giornata: petrolio che può essere nuovamente raffinato e che ai prezzi attuali varrebbe più di mezzo milione di dollari (contro il milione di dollari di costo di avviamento di una nave equipaggiata con la soluzione Wores).
Non solo la lana sarà in grado di assorbire oli in quantità fino a dieci volte superiori al proprio peso, ma potrà essere riutilizzata più volte.
Una soluzione, dunque, che sembra coniugare business e benefici per l’ambiente.
Wores è stato ideato da Luciano Donatelli, AD dell’azienda di Biella Signbox-Rbp nonché presidente degli Industriali di Biella e brevettato in collaborazione con la Tecnomeccanica Biellese e l’associazione Tessile e Salute sempre di Biella.
Un sistema sicuramente più artigianale rispetto alle avveniristiche macchine centrifughe per pulire il petrolio di Kevin Costner, ma che fa tesoro dei materiali e del centenario know-how locale e che si fa apprezzare proprio per questa ragione.
Complimenti a Donatelli e alla sua Signbox-Rbp.
C’è da dire che nel caso a commento non è bastata la felice idea fulminante, ci son voluti diversi abbrivi per porla in atto tecnologicamente. Son pochi oggi gli inventori a trovarsi nella condizione analoga a quella del presidente dell’Unione industriali, Luciano Donatelli, così propizia da trovare la strada spianata per far tradurre in prodotto tecnologico la sua idea. Tutti gli altri, certo, non possono far nemmeno conto sul santo protettore degli inventori, come quell’umile frate dell’Ordine dei Minimi di San Francesco da Paola, Padre Marino Mersenne. Egli si accollò l’onere di fare da “secretair des savants” al tempo che portò alla nascita della scienza moderna. E così i Descartes, Galileo, Keplero, Gassendi, Campanella, Hobbes ed altri ancora, furono.
Chissà se il fortunato inventore della lana che assorbe il petrolio, sia disposto a far da padrino a qualche altro inventore sconosciuto che non riesce a trovare chi realizza in pratica la sua idea alla Archimede!
Gaetano Barbella
Il geometra pensiero in rete