Meglio spegnere il riscaldamento quando esci o tenerlo al minimo?
Secondo il Ministero si risparmia il 10–20%
Il riscaldamento è una di quelle spese e pratiche domestiche che tendono a far discutere ogni inverno: conviene spegnerlo quando non si è in casa o è meglio lasciarlo sempre acceso al minimo? La domanda non è solo economica, ma anche legata al comfort e alla salute dell’abitazione. Il tema è rilevante perché influisce direttamente sulla bolletta e sul benessere indoor: la temperatura e l’umidità in casa condizionano il comfort termico e la qualità dell’aria.
Ascoltate qui il nostro riassunto audio podcast.
Sommario
Riscaldamento: il dubbio che riguarda tutti
Il testo del Ministero per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica chiarisce il punto con frasi semplici ma decisive: mantenere una temperatura stabilmente richiede un apporto continuo di energia e spegnere il riscaldamento quando si esce comporta un risparmio stimato tra il 10% e il 20%.
Questo significa che, oltre alla considerazione immediata sul consumo, c’è un ragionamento fisico di fondo che vale la pena comprendere prima di decidere.
Allora, capiamo quale comportamento risulta in pratica più conveniente e quali valori di temperatura e umidità vanno considerati per mantenere il comfort senza sprechi.
Perché è spesso meglio spegnere quando si esce
Il motivo fondamentale è a livello termico: mantenere una casa a una determinata temperatura richiede un flusso continuo di energia per compensare le dispersioni.
Mantenere una determinata temperatura in casa (ad esempio 20°) richiede un apporto continuo di energia, poiché l’abitazione subisce perdite di calore attraverso le pareti, le finestre o i soffitti, che devono essere compensate.
A livello di meccanismo, quando il riscaldamento resta sempre acceso al minimo si continua a fornire energia per colmare le perdite: l’impianto lavora a regime basso ma costante, e quindi consuma continuamente.
Al contrario, spegnendo il riscaldamento quando non serve si interrompe quel consumo continuo. La casa si raffredda, ma, insieme alla diminuzione della differenza di temperatura tra interno ed esterno, diminuiscono anche le perdite di calore.
La spiegazione è legata al fatto che quando si spegne il riscaldamento, il sistema smette di consumare energia per compensare le perdite di calore. E l’energia che non viene consumata è superiore a quella necessaria per recuperare la temperatura.
Da qui deriva il calcolo pratico: lo spegnimento mirato porta a un risparmio energetico misurabile del 10–20%. Perché si evita di alimentare costantemente le dispersioni.
In sintesi, il criterio non è solo ‘meno accensione = meno consumo’ ma la relazione tra la quantità di energia evitata durante il periodo spento e quella necessaria per riportare la casa alla temperatura desiderata.
Secondo il ragionamento, avvallato anche dal Ministero, la prima è generalmente superiore alla seconda, quindi spegnere quando non si è in casa è, nella maggior parte dei casi, la soluzione più efficiente.
Qual è la temperatura ideale e perché conta anche l’umidità
Oltre al modello di gestione del riscaldamento (accedere e spegnere vs tenere acceso al minimo), è importante sapere quali valori di temperatura e umidità rendono la casa confortevole senza sprechi.
Valori di riferimento sono:
- la temperatura ideale in casa in inverno, che dovrebbe oscillare tra 21° e 23° di giorno e scendere a 17° di notte. Questi valori bilanciano il benessere termico con un consumo ragionevole di energia, e vanno impostati sul termostato.
- L’umidità relativa è un altro fattore che incide sulla percezione del calore e sulla salute: attorno al 40%–50%. Con umidità troppo bassa (< 20%) l’aria secca può irritare le vie respiratorie, in caso di umidità elevata (> 60–70%) si può favorire la formazione di muffe e la sensazione di freddo umido. Quindi, oltre alla temperatura, il controllo dell’umidità è parte integrante del comfort domestico e della tutela della salute.
Spegnere il riscaldamento quando non serve e regolarlo per mantenere i valori indicati permette di coniugare risparmio e benessere.
Il calore percepito dipende sia dalla temperatura dell’aria sia dall’umidità relativa e per questo motivo, i valori suggeriti (temperatura di 21°–23° di giorno e 17° di notte, con 40%–50% di umidità) sono utili come guida per evitare sprechi e proteggere la salute degli abitanti.
Riepilogo in tabella
In termini pratici, questa tabella riassume i consigli del Ministero.
Risparmio stimato dal Ministero sul riscaldamento: è di tra 10% e 20%, perché il sistema non consuma per compensare le perdite di calore
Mantenere temperatura costante: richiede un apporto continuo di energia per bilanciare le perdite attraverso pareti, finestre e soffitti
Meccanismo delle perdite: man mano che la casa si raffredda, la differenza di temperatura con l’esterno diminuisce e quindi le perdite di calore si riducono
Temperatura e umidità ideali: valori di riferimento per comfort e salute sono 40%-50%
| Argomento | Dettagli |
|---|---|
| Risparmio stimato sul riscaldamento | 10%- 20%, perché il sistema non consuma energia per compensare le perdite di calore |
| Mantenere temperatura costante | Richiede un apporto continuo di energia per bilanciare le perdite attraverso pareti, finestre e soffitti |
| Meccanismo delle perdite di calore | Quando la casa si raffredda, la differenza di temperatura con l’esterno diminuisce e le perdite si riducono |
| Temperatura e umidità ideali | I valori consigliati per comfort e salute sono un’umidità tra 40% e 50% |
In conclusione
Ricordiamo che mantenere una temperatura costante richiede un apporto continuo di energia per compensare le perdite dell’edificio, mentre spegnere il riscaldamento quando non serve interrompe quel consumo e, portando ad un risparmio del 10–20%.
La spiegazione risiede nei meccanismi di dispersione termica: man mano che la casa si raffredda la differenza con l’esterno diminuisce e si riducono le perdite di calore, rendendo spesso più vantaggioso spegnere e riaccendere al bisogno piuttosto che mantenere un minimo costante.
Regolare il riscaldamento su temperature di 21°–23° di giorno (e 17° di notte), con una umidità relativa intorno al 40%–50% e spegnere se non si è in casa, aiuta a ridurre la bolletta senza rinunciare al comfort, proteggere la salute indoor ed è un approccio di uso più efficiente dell’energia domestica.
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Ultimo aggiornamento il 17 Novembre 2025 da Rossella Vignoli
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