Guida all’attivazione delle utenze luce e gas
Tutto quello che devi sapere quando fai un contratto luce e gas
Attivare le utenze luce e gas è uno dei passaggi più importanti quando si entra in una nuova casa o si cambia fornitore. Se non hai mai attivato delle nuove utenze perché è la prima volta che vai a vivere da solo, o semplicemente non sei sicuro su come si attivano e su cosa considerare quando si fa un contratto luce e gas, questa guida ti aiuterà a ottenere tutte le informazioni per evitare problemi futuri e costi eccessivi.
Sommario
Quando attivare le utenze e da dove cominciare
L’attivazione delle utenze in genere si consiglia dopo aver siglato il contratto di affitto o acquisto di un immobile, in modo da accedere direttamente con la luce e il gas già funzionanti e a proprio nome. In genere le tempistiche per un nuovo allaccio sono più lunghe, quindi se si attiva per la prima volta la luce o il gas, è necessario considerare i tempi di installazione del contatore e poi l’effettiva data di allaccio che può richiedere fino a 60 giorni circa.
Se invece la fornitura è già attiva, il primo passaggio è la voltura per riuscire a intestarsi i contratti presenti. Dopo la voltura, se l’offerta in corso non convince o se si vuole cambiare fornitore, si potrà fare il cambio a nuovo fornitore fornendo i dati del contratto in essere e l’attuale intestatario delle utenze.
Se il contratto è stato disattivato, quindi l’utenza è chiusa ma il contatore è installato e funzionante in questo caso serve una riattivazione.
Comprendere la situazione iniziale è necessario per non confondere le pratiche: una voltura, ad esempio, serve solo a cambiare l’intestatario di un contratto ancora attivo, mentre la riattivazione comporta una nuova fornitura, con tempi e costi differenti.
Documenti necessari per l’attivazione
Le procedure variano leggermente tra i fornitori, ma in generale per richiedere un contratto luce e gas occorrono:
- un documento d’identità valido e il codice fiscale dell’intestatario
- l’indirizzo di fornitura
- il codice POD (per la luce) o PDR (per il gas), che si trova sulle vecchie bollette o direttamente sul contatore
- la lettura attuale del contatore
- l’indirizzo di recapito delle bollette o la mail per l’invio digitale
- un codice IBAN solo se si sceglie la domiciliazione bancaria
A volte il fornitore richiede anche l’inserimento dei dati catastali dell’immobile presenti sul contratto di affitto o atto di proprietà per verificare la titolarità dell’immobile. Presentare tutti i documenti corretti accelera i tempi e riduce la possibilità di errori nella registrazione dei dati.
Tempi medi di attivazione e costi
Per una riattivazione, la tempistica media è di cinque giorni lavorativi per la luce e dieci per il gas. L’operatore invia la richiesta al distributore locale, che provvede fisicamente all’apertura del contatore.
I costi variano in base al tipo di fornitura, ma di solito comprendono un contributo fisso per la gestione amministrativa e una quota per il distributore, addebitata nella prima bolletta.
Per i nuovi allacci, invece, l’importo può essere più alto perché include la posa o la verifica tecnica del contatore. In questi casi conviene farsi rilasciare un preventivo prima di avviare la pratica.
Prezzo fisso o variabile: quale scegliere
Uno dei momenti più delicati nella scelta del contratto riguarda la tipologia di tariffa. La differenza tra prezzo fisso e variabile però può dipendere anche dal modo in cui si gestiscono le proprie finanze e come ci si trova meglio. Ma quindi meglio prezzo fisso o variabile di luce e gas? Come anticipato dipende.
Con il prezzo fisso, il costo dell’energia resta invariato per un periodo stabilito, di solito 12 o 24 mesi. È la scelta ideale per chi desidera stabilità e non vuole preoccuparsi delle fluttuazioni del mercato. Questa opzione semplifica la pianificazione del bilancio familiare, ma può risultare leggermente più costosa se il prezzo di mercato scende.
Il prezzo variabile, invece, segue l’andamento del mercato all’ingrosso, aggiornandosi di mese in mese o su base trimestrale. È più adatto a chi è disposto a monitorare le condizioni del mercato per sfruttare eventuali ribassi. Negli ultimi anni, con la liberalizzazione del mercato energetico e la volatilità dei costi delle materie prime, questa scelta comporta una maggiore esposizione alle oscillazioni ma anche la possibilità di risparmiare nei periodi favorevoli.
La decisione dipende quindi dal profilo di consumo e dall’attitudine personale verso il rischio: chi privilegia la prevedibilità può preferire il prezzo fisso, chi invece accetta un po’ di incertezza in cambio di potenziali risparmi può orientarsi sul variabile.
Come leggere correttamente la bolletta
Dopo l’attivazione, comprendere la struttura della bolletta aiuta a tenere sotto controllo i costi. Gli importi si dividono in tre grandi voci:
- Spesa per la materia energia o gas, che include il prezzo dell’energia effettivamente consumata e la quota fissa del fornitore;
- Spesa per il trasporto e la gestione del contatore, stabilita dall’ARERA e uguale per tutti i fornitori;
- Oneri di sistema e imposte, che comprendono accise, IVA e contributi destinati a politiche energetiche nazionali.
Controllare periodicamente i propri consumi, confrontandoli con i mesi precedenti, permette di accorgersi subito di eventuali anomalie o dispersioni.
Inoltre, una volta attivate le forniture bisogna comunque imparare a usarle in modo efficiente. Gli elettrodomestici in stand-by, la temperatura del frigorifero, la regolazione dei termosifoni e l’uso consapevole dell’acqua calda incidono più di quanto si creda sulla spesa annuale. L’installazione di lampadine LED, valvole termostatiche e termostati intelligenti può ridurre i consumi senza rinunciare al comfort.
Oggi molti fornitori offrono anche app o aree clienti digitali per monitorare in tempo reale i consumi e gestire le bollette online, strumenti utili per chi desidera tenere tutto sotto controllo e intervenire tempestivamente in caso di sprechi.
Ultimo aggiornamento il 12 Novembre 2025 da Rossella Vignoli
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