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Lo squalo che diventa invisibile : alla scoperta dell’Etmopterus

Il piccolo 'fantasma degli abissi' che diventano invisibili

Tra le caratteristiche più spettacolari che gli animali possono offrire sicuramente quella del mimetismo è una delle più affascinanti. Che dire allora di una particolare specie di squalo che diventa invisibile. Pare incredibile, eppure sarebbe tutto vero. Andiamo alla scoperta dello squalo-lanterna, una varietà di minuscoli squali di profondità che ‘accendono’ il proprio ventre per farlo sparire, e non per farsi notare.

Lo squalo che diventa invisibile : alla scoperta dell’Etmopterus

Lo squalo invisibile esiste e si chiama squalo-lanterna

Documentato negli studi dei ricercatori Claes, Mallefet e Sato del Louvan’s Marine Biology Lab che ne studiano il comportamento, il particolare esemplare di squalo vivrebbe negli abissi dei mari tra Giappone, Cina meridionale e l’isola di Taiwan, tra i 200 e i 2000 m di profondità e avrebbe sviluppato una duplice capacità.

La sua capacità di sparire è in realtà quello che i biologi chiamano effetto contro-illuminazione. Grazie a particolari cellule, dette fotofore, collocate in 9 zone del suo corpo cilindrico, questo animale della famiglia degli Etmopterus, è in grado di emettere una luce propria attraverso un sorprendente fenomeno di bioluminescenza, e così rendere invisibile la parte inferiore del corpo.

Per questo è anche chiamato squalo-lanterna e assieme ad un altro esemplare della stessa varietà, lo squalo-lanterna ventre di velluto (Etmopterus spinax).

Il trucco ottico che cancella il pesce: come funziona l’invisibilità

Negli oceani, la luce solare penetra solo fino a circa 200 m. Più sotto inizia il crepuscolo permanente, la zona mesopelagica (200-1000 m), un regno fatto di predatori in agguato che scrutano verso l’alto in cerca di silhouette scure da ghermire.

Evoluti a partire da circa 70 milioni di anni, gli Etmopteru sono dotati di cellule fotofore che riescono a catturare le particelle di luce solare mentre riemergono verso la superficie dell’acqua.

E qui entra in gioco il trucco. Questi squaletti lunghi appena 20-60 cm hanno sviluppato lungo il ventre migliaia di fotofori, delle piccole ghiandole che emettono bioluminescenza, ovvero un bagliore blu-verdognolo che copia l’ultima luce residua filtrata dall’alto. Questo gli permette di ‘cancellare’ la loro ombra Gli altri pesci, da sotto vedono soltanto un cielo acquoso uniforme. È il mantello dell’invisibilità, versione abissale.

A differenza delle lucciole a rischio estinzione, in cui la luce avrebbe la funzione di comunicare la fertilità e la predisposizione all’accoppiamento, questi squaletti lampeggiano per difendersi dagli attacchi dei predatori che arrivano dai fondali.

L’intensità luminosa è regolata da ormoni in sincronia con il livello di luce ambientale. Se una nuvola oscura il sole in superficie, i fotofori si abbassano di colpo, come un dimmer, per mantenere l’illusione perfetta.

Dove vive lo squalo-lanterna

Il genere conta più di 40 specie tra cui le più conosciute sono:

  • Etmopterus spinax nel Mediterraneo occidentale e Atlantico nord-orientale
  • Etmopterus lucifer (il nome fa scena ma si riferisce alla luce) dal Giappone alla Nuova Zelanda
  • Etmopterus benchleyi, scoperto nel 2015 al largo del Costa Rica e dedicato all’autore di Jaws
  • Etmopterus virens nel Golfo del Messico

Tutti condividono le stesse preferenze: pendii continentali o dorsali oceaniche fra 200 e 1 500 m, temperatura dell’acqua 4-10° e correnti ricche di plancton che attirano piccoli crostacei, calamaretti e sardine di profondità, la loro dieta abituale.

Insieme ad altre 33 specie che appartengono alla famiglia degli squali-lanterna, questo squalo che diventa invisibile potrebbe essere l’ennesima dimostrazione vivente di quanto la Natura possa affascinare, a volte anche di più degli effetti speciali di un bel film in 3D.

È pericoloso per l’uomo?

Assolutamente no, poiché è di taglia ridotta, e comunque resta troppo in profondità per incrociare nuotatori o sub ricreativi, che raramente scendono sotto i 40 m.

Quando capita che finiscano nelle reti a strascico, sono vittime collaterali, non aggressori. Le statistiche globali sugli attacchi di squalo (ISAF) non riportano nemmeno un evento imputabile a questo gruppo.

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Ultimo aggiornamento il 21 Maggio 2025 da Rossella Vignoli

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