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Ripulire dai pneumatici usati il fondo del mare, le isole italiane ci provano con la campagna Ecotyre e Marevivo

“Pfu zero nelle isole minori” è il progetto lanciato dal Consorzio EcoTyre e dall’associazione ambientalista Mare Vivo per ripulire dai pneumatici usati il fondo al mare e le spiagge. 

Ripulire dai pneumatici usati il fondo del mare, le isole italiane ci provano con la campagna Ecotyre e Marevivo

Gli pneumatici fuori uso (gli Pfu appunto) sono una tipologia speciale di rifiuto dagli alti costi di smaltimento, che provoca gravi danni all’ambiente.

Per fronteggiare questo problema esiste una soluzione: il recupero e la corretta gestione degli pneumatici, che sono ricilabili al 100% e possono esser utilizzati per i fondi stradali e le superfici sportive, come materiale per l’arredo urbano e l’isolamento, nonché per le suole delle nostre scarpeMolteplici impieghi che limitano la loro pericolosità ambientale e permettono di limitare i costi per lo smaltimento.

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La campagna, svoltasi nel mese di giugno dopo l’inaugurazione dell’8 maggio a Ponza, ha coinvolto ben 11 isole di 6 regioni italiane (Lazio, Sardegna, Sicilia, Toscana, Puglia, Campania) con le seguenti tappe: dopo la già citata Ponza, La Maddalena, Ischia, le Isole Eolie (con la partecipazione di Vulcano, Panarea, Salina, Stromboli e Lipari), l’Isola del Giglio, le Isole Tremiti ed infine Capri.

In occasione del lancio del progetto a Ponza è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente, che si è rivolto in particolare alle  giovani generazioni, invitandole a comprendere il valore del rispetto ambientale per non ripetere i tanti errori commessi in passato. Durante la giornata, i volontari sub di Marevivo, il Nucleo subacqueo carabinieri di Roma e il Centro immersioni Ponza diving hanno proceduto alla raccolta di ben 200 pneumatici nascosti nei fondali marini nella zona del porto dell’isola, che sono stati poi ripuliti e caricati su un mezzo di EcoTyre – il primo consorzio in Italia per numero di soci che si occupa del ritiro e del recupero degli Pfu  – per esser avviati agli impianti di trattamento.

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Il progetto ha registrato poi un grande successo durante la settimana delle Eolie, conclusasi lo scorso 20 giugno, che ha permesso il recupero dai fondali e lungo le coste di ben 13mila Kg di Pfu, per un totale di oltre 1.700 pezzi. Uno degli arcipelaghi più suggestivi del Mediterraneo è stato così liberato da questi pericolosi rifiuti altamente inquinanti, che mettono a rischio la salute degli ambienti marini.

Grazie al lodevole operato dei sub volontari è stato recuperato dai fondali marini, tramite il sollevamento con delle corde, perfino uno pneumatico del diametro di due metri. Fondamentale è stato anche l’ausilio delle amministrazioni delle isole, che hanno indicato ai cittadini volontari i punti di raccolta dove ammassare gli Pfu di cui si volevano disfare: una procedura a costo zero e non inquinante che ha agevolato le operazioni di recupero. La campagna promossa da Marevivo e Ecotyre, a sua volta, ha fornito un sostegno economico ai comuni coinvolti nella campagna, esonerandoli delle spese per lo smaltimento dei rifiuti, che sono stati portati via dai volontari.

Durante tutte le tappe del progetto sono state organizzate anche iniziative di sensibilizzazione per turisti e cittadini. Particolare attenzione è stata rivolta ai bambini, coinvolti in varie attività ludiche con la partecipazione della simpatica mascotte di Ecotyre, Gummy, che in ogni occasione ha ricordato ai più piccoli l’importanza della corretta gestione degli Pfu per la salvaguardia del nostro mare.

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«Quest’esperienza così positiva e coinvolgente ha dimostrato quanto sia importante, per proteggere davvero le nostre coste e il nostro mare, l’impegno di tutta la società civile, dal bambino che impara, al politico che decide. L’esperienza ormai trentennale dell’associazione ci porta a sostenere che l’educazione ambientale debba entrare a pieno titolo nella programmazione scolastica», ha commentato Fabio Galluzzo, responsabile della delegazione siciliana di Marevivo.

Sono state scelte le isole minori italiane non perché più inquinate ma perché, oltre che luoghi meravigliosi, diventino promotrici di comportamenti virtuosi e sostenibili per la salvaguardia dell’ambiente.

L’aspetto più importante di Pfu zero è l’attività educativa e di sensibilizzazione che permette di parlare ai cittadini, l’anello fondamentale da cui parte l’intera filiera del riciclo. L’alto numero di bambini coinvolti li ha resi esperti sul riciclo degli Pfu e sui numerosi utilizzi del polverino trasformandoli in ambasciatori presso le loro famiglie.

Speriamo che tale attività serva ad incitare al corretto recupero degli pneumatici fuori uso. Di fonti d’inquinamento ne abbiamo già abbastanza e il nostro mare così bello non merita davvero di trasformarsi in un cimitero di gomme.

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