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E se riportassimo alla vita le specie estinte?

“Revive & Restore” è il progetto di Stewart Brand, autore e creatore di The Whole Earth Catalog e di CoEvolution Quarterly, col quale si ipotizza di riportare in vita animali estinti da millenni, come il Mammut lanoso, la tigre dai denti a sciabola o il piccione del passeggero. Il processo genetico, chiamato “de-estinzione” ha il supporto di TED, la società del National Geographic, e di alcuni fra gli scienziati più brillanti del pianeta.

E se riportassimo alla vita le specie estinte?

La chiave sta nella capacità di ricostruire un genoma completo, partendo da campioni antichi di DNA. Una volta ottenuto, occorre iniettarlo in cellule embrionali svuotate del precedente DNA e trovare un surrogato di “mamma” per dare alla luce il piccolo.

Il problema è che un esperimento del genere fu già tentato una decina di anni fa e gli esiti furono drammatici: si tentò di ricreare una capra selvatica ormai estinta, nota come “Stambecco dei Pirenei”, ma, dal momento in cui venne alla luce, visse solo per 10 minuti prima di morire a causa di una grave mutazione genetica.

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A questo punto, le perplessità che si palesano sono di diversa natura: una scientifica e una filosofica/ambientale. Prima di tutto, non è sicuro che si riescano ad ottenere campioni di DNA sufficienti per effettuare la clonazione: il DNA dei dinosauri, per esempio, non è possibile procurarselo perché non esiste più, quindi non avremo mai una realtà stile “Jurassik Park”. Inoltre, l’opinione pubblica si chiede come sarà possibile sapere che la specie ottenuta è esattamente quella estintasi millenni fa e non, invece, una sua variante.

Riportare in vita animali vissuti in ere climaticamente e territorialmente lontane dalle nostre, comporta gravi rischi per il nostro esco-sistema: nuove specie alterano inevitabilmente gli equilibri della fauna moderna, oltre a non assicurare la sopravvivenza delle creature in luoghi da cui, un tempo, sparirono naturalmente.

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Questa inversione evolutiva, quindi, entra in collisione con il pensiero darwiniano: le specie incapaci di adeguarsi al mutamento ambientale, sono destinate ad estinguersi perché non sono idonee. Fa tutto parte del corso spontaneo della natura.

Annullare centinaia di anni di danni ecologici inferti dall’uomo alla natura, è una proposta allettante: ma a quali costi?

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