Il ragazzino della Sierra Leone che costruisce generatori con i pezzi trovati in discarica
In un Paese dove la corrente è un bene prezioso ma non scontato, Kelvin Doe crea batterie e una assembla una stazione radio FM artigianale
‘Fare di necessità virtù’ è un popolare modo di dire che trova piena realizzazione nelle imprese di Kelvin Doe, ragazzino di appena 15 anni dalla Sierra Leone ormai famoso in tutto il mondo per le sue capacità di inventare i generatori letteralmente dal nulla, usando pezzi recuperati dagli scarti destinati alle discariche.

Sommario
Kelvin Doe, il ragazzo che accese Freetown con la spazzatura
In uno slum di lamiere e polvere chiamato Dwarzack un tredicenne smonta un vecchio ventilatore arrugginito. Non lo fa per curiosità sterile: nella sua casa la corrente arriva poche ore a settimana e persino ricaricare un telefono costa più di un pranzo.
Quel ragazzino si chiama Kelvin Doe, ma nel quartiere lo chiamano già DJ Focus, perché quando armeggia con cacciavite e fili di rame entra in una trance concentratissima.
Con una dinamo da bici, un po’ di lattine schiacciate usate come condensatori e cavi estratti dai televisori gettati nella discarica, Kelvin costruisce un mini-generatore capace di dare luce non solo a casa propria ma anche a tre vicini. Per la gente di Dwarzack è magia, per lui è semplice logica: «Se il rifiuto ha ancora una vite intatta, allora ha ancora un futuro» racconta.
In un Paese come la Sierra leone, dove l’energia elettrica è disponibile in modo discontinuo, in media 1 volta a settimana, ed in maniera per lo più imprevedibile, agli occhi della popolazione è un bene per nulla scontato e dunque prezioso: per poterlo sfruttare al meglio ognuno si arrangia come può, ma Kelvin ha pienamente dimostrato di sapere il fatto suo, con le sue batterie e generatori di corrente create da materiale di scarto e oggetti raccolti dai rifiuti.
La radio dei poveri che fa ballare la collina
L’anno dopo, frugando nella stessa montagna di rifiuti elettronici, assembla una stazione radio FM artigianale. Sulla frequenza di 92 MHz, raggio d’azione 3 km, con palinsesto auto-prodotto, propone musica, notiziari di quartiere, un talk show pomeridiano in cui la comunità può chiamare e lamentarsi di fogne rotte o strade buie.
Il microfono è recuperato da un lettore CD, il trasmettitore da un vecchio walkie-talkie, l’antenna è una sbarra di alluminio piantata sul tetto.
Radio Focus diventa compagnia quotidiana per centinaia di famiglie che non possono permettersi le stazioni commerciali. E Kelvin, che modula, mixa, aggiusta i cavi e, la sera, mette dischi reggae per far ballare la collina, è ben lontano dal crogiolarsi nella fama raggiunta
Ora veste anche i panni di Dj Focus e progetta di dare vita ad una stazione radiofonica per creare una possibilità di diffusione culturale e uno spazio di dialogo e dibattito per il suo Paese.
L’incontro con YouTube (e con il MIT)
L’abilità di Kelvin Doe appare tanto più straordinaria se si pensa che è frutto di una passione innata e di una creatività sviluppata interamente da autodidatta. Creando generatori per illuminare prima il suo villaggio, poi molte altre parti del Paese, il ragazzino è così arrivato dalle discariche della Sierra Leone fino al Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston
Nel 2012, infatti, il ricercatore sierraleonese David Sengeh, dottorando al MIT Media Lab, filma la storia di Kelvin e la carica su YouTube: Meet Kelvin Doe. Nel giro di pochi giorni il video scavalca 1 milione di visualizzazioni e atterra sulle scrivanie del MIT. Kelvin è così invitato ad un tirocinio al Media Lab, conquistandosi un altro importante merito: quello di essere il più giovane studente della storia a venire invitato a prendere parte ai corsi per visitatori stranieri del prestigioso istituto. Il risultato è un invito storico.
A Boston il ragazzo che ha imparato l’elettronica senza libri tiene un workshop su “ingegneria frugale” a studenti in camice bianco. Poi sale sul palco del TEDxTeen a New York: mani in tasca, sorriso timido, spiega come trasformare una batteria scarica in un tesoro di nichel e manganese. La platea lo saluta con una standing ovation che lui sembra quasi non capire.
Il ragazzo ha le idee chiare sul suo futuro ed è ben deciso a rimanere in Sierra Leone, per continuare a cercare di migliorare la qualità della vita del suo popolo. Un piccolo eroe moderno, che dona tanta ispirazione, ci verrebbe da dire! Rientrato in Sierra Leone, Kelvin non si perde nel glamour dei talk show.
Nel 2016 fonda la Kelvin Doe Foundation con l’obiettivo di replicare il suo percorso di autodidatta in chiave collettiva. Questa fondazione allestisce laboratori low-cost con tavoli da falegname, saldatori di seconda mano, scatole di rottami, dove i bambini imparano a costruire torce, power-bank e piccoli impianti solari.
Con i soldi guadagnati è in grado di offrire dei piccoli premi da 100 a 500 USD ai ragazzi che propongono invenzioni utili al villaggio. E si è lanciata nell’attrezzata le scuole rurali con delle micro-reti alimentate dal riciclo dei pannelli fotovoltaici che vengono così ricondizionati e dall’uso di batterie di laptop dismessi.
Nel 2024 ben 37 scuole illuminate e 12.500 studenti hanno eliminato le candele e ora possono accendere una lampadina grazie a un ragazzino che, fino a ieri, studiava alla loro stessa fioca luce.
Perché la storia di Kelvin Doe conta davvero
Non è solo un piccolo genio africano da video virale. È la prova che l’ingegneria frugale può risolvere problemi reali senza attendere infrastrutture miliardarie. È un manifesto contro l’obsolescenza programmata: ogni componente elettronico ha più di una vita, se c’è chi sa immaginarla.
Ed è un colpo d’aria fresca nella narrazione sull’Africa, troppo spesso divisa tra vittimismo e paternalismo. Qui c’è un adolescente che rifiuta entrambi i modelli: non chiede elemosina, mostra soluzioni; non si lamenta della discarica, la trasforma in miniera.
‘Non mi concentro su ciò che non ho; mi concentro su ciò che posso creare con quello che trovo’, ripete Kelvin nei suoi workshop. Una frase che suona come slogan motivazionale ma, detta da chi accende un quartiere coi rottami, diventa semplice cronaca.
E forse la lezione più luminosa che Freetown abbia mai esportato nel mondo.
Foto di copertina di Kano Computing
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Ultimo aggiornamento il 14 Maggio 2025 da Rossella Vignoli
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