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Lo sapevi che anche i gatti possono avere la demenza? Ecco quello che non ti dicono sui segnali e su come aiutarli

Anche i gatti possono sviluppare una forma di demenza (disfunzione cognitiva felina), scopriamola insieme

Molti non lo sanno, ma anche i gatti, con l’avanzare dell’età, possono sviluppare una forma di demenza senile simile all’Alzheimer umano. Questa condizione, chiamata anche disfunzione cognitiva felina, colpisce soprattutto i mici sopra i 10-12 anni e può alterare profondamente la loro vita quotidiana.

Lo sapevi che anche i gatti possono avere la demenza? Ecco quello che non ti dicono sui segnali e su come aiutarli

Uno studio recente ha confermato che nel cervello dei gatti anziani con sintomi cognitivi si accumula beta-amiloide, una proteina tossica che danneggia le sinapsi e compromette la memoria e le funzioni cognitive, proprio come accade nelle persone con Alzheimer.

Oltre a essere un problema di salute felina, questa scoperta rappresenta anche una grande opportunità per la ricerca: i gatti sono infatti un modello naturale della malattia, a differenza di molti animali da laboratorio geneticamente modificati, e possono quindi aiutare a sviluppare cure sia per gli umani che per i felini.

Ecco come riconoscerla e come migliorare la qualità di vita del tuo compagno di casa, cominciamo dai segnali che possono dare ma prima purtroppo un messaggio chiave: non esiste una cura definitiva, ma una gestione attenta (ambiente, stimoli, visite veterinarie) può ridurre stress e disorientamento e migliorare il benessere del gatto anziano.

I segnali della demenza felina da tenere d’occhio

  • Disorientamento in casa o in giardino, esitazioni davanti a porte o scale.
  • Cambiamenti sonno–veglia, con miagolii notturni più frequenti.
  • Ridotto interesse per gioco, esplorazione e interazione con la famiglia.
  • Uso anomalo della lettiera o nuove abitudini “inspiegabili”.
  • Ansia e irritabilità, o al contrario apatia.

Cosa accade nel cervello del gatto

Nei gatti anziani con segni cognitivi sono state osservate alterazioni compatibili con un declino neurodegenerativo (es. accumuli proteici che interferiscono con le sinapsi, riduzione della plasticità neuronale). Le manifestazioni sono in parte analoghe a quanto descritto nell’Alzheimer umano.

Per questo motivo i gatti vengono considerati un modello naturale utile alla ricerca e all’individuazione di strategie di supporto migliori, sia per gli animali sia per le persone.

Diagnosi: escludere altre cause

I segni cognitivi possono somigliare a quelli di altre patologie. Il veterinario potrebbe consigliare esami per escludere:

  • Problemi sensoriali (vista/udito), ipertensione, ipertiroidismo, dolore cronico.
  • Malattie renali/urinarie, infezioni, effetti collaterali di farmaci.
  • Patologie neurologiche diverse dalla disfunzione cognitiva.

Cosa puoi fare subito

  • Ambiente stabile: non spostare lettiere/ciotole; aggiungi luci notturne in corridoi e vicino alla lettiera.
  • Routine regolare: orari fissi per pasti, gioco e riposo.
  • Stimolazione mentale dolce: giochi olfattivi, tiragraffi, percorsi semplici, sessioni brevi ma frequenti.
  • Comfort e sicurezza: ciotole rialzate, lettiere a bordo basso, tappeti antiscivolo.
  • Supporto veterinario: check-up periodici; se indicato, integratori o piani nutrizionali mirati.

FAQ – Domande frequenti sulla demenza nei gatti

1. A che età un gatto può sviluppare demenza?
Generalmente dopo i 10-12 anni, ma può comparire anche prima nei soggetti predisposti.

2. Come capire se il mio gatto ha demenza?
I sintomi più evidenti sono disorientamento, vocalizzi notturni, cambiamenti nel sonno e perdita di interesse per attività quotidiane.

3. La demenza nei gatti si può curare?
Non esiste una cura definitiva, ma una gestione mirata e un ambiente stabile possono migliorare la qualità di vita.

4. La dieta può aiutare un gatto con demenza?
Alcuni alimenti ricchi di antiossidanti e acidi grassi Omega-3 possono sostenere la funzione cerebrale, sempre sotto consiglio veterinario.

5. La demenza nei gatti è simile all’Alzheimer umano?
Sì, sia nei sintomi che nei meccanismi cerebrali, come l’accumulo di beta-amiloide.

Ultimo aggiornamento il 15 Agosto 2025 da Rossella Vignoli

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Rossella Vignoli

Fondatrice e responsabile editoriale, è esperta di bioedilizia, design sostenibile e sistemi di efficienza energetica, essendo un architetto e da sempre interessata al tema della sostenibilità. Pratica con passione Hatha yoga, ed ha approfondito vari aspetti dello yoga. Inoltre, è appassionata di medicina dolce e terapie alternative. Dopo la nascita dei figli ha sentito l’esigenza di un sito come tuttogreen.it per dare delle risposte alla domanda “Che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?”. Si occupa anche del sito in francese toutvert.fr, e di designandmore.it, un magazine di stile e design internazionale.

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