Il cibo per animali è pieno di ormoni, verità o bufala mediatica? Cosa conviene fare
Per limitare l'esposizione a sostanze che interferiscono con il sistema endocrino, invece che demonizzare le crocchette, è meglio leggere le etichette, ridurre l’eccesso di plastica e chiedere al veterinario per dare ai pet un ambiente e una dieta sicuri
Sui social gira spesso l’idea che ‘le crocchette sono piene di ormoni’ e che sia questo il motivo di tumori, infertilità, obesità o problemi alla tiroide nei nostri animali. La realtà, come sempre, è più complessa: sì, nel cibo per cani e gatti possono esserci sostanze che interferiscono con il sistema endocrino, ma non sono bombe ormonali aggiunte di proposito, e le fonti possono essere diverse (ingredienti, residui, imballaggi, inquinanti). Inoltre la normativa europea è molto severa sui veri farmaci ormonali usati negli animali da reddito.
Vediamo, con l’aiuto degli studi disponibili e del punto di vista veterinario, dove sta davvero il problema e cosa possiamo fare in pratica.
Sommario
Da dove arrivano gli “ormoni” nel cibo per cani e gatti?
Quando diciamo ormoni in realtà stiamo mescolando almeno 4 categorie diverse:
- Ormoni naturali presenti nei tessuti animali
- Residui di farmaci ormonali negli animali da reddito
- Fitormoni (ormoni vegetali, soprattutto dalla soia)
- Interferenti endocrini (BPA, ftalati e altre sostanze da imballaggi e ambiente)
1. Ormoni naturali della carne
Carne, frattaglie e grasso animale contengono ormoni endogeni (estrogeni, androgeni, progesterone) prodotti in modo naturale dall’animale.
Sono presenti sia nella carne fresca, sia negli scarti di macellazione, che nelle farine di carne usate come ingrediente nei mangimi.
Questi ormoni naturali non vengono aggiunti, ma fanno parte del tessuto biologico. In Europa, il punto chiave è che non si possono usare ormoni per far crescere più velocemente gli animali da reddito (divieto in vigore dagli anni ‘80, ribadito dalla normativa UE, Fonte: Hormones in meat, UE Food Safety).
2. Residui di farmaci ormonali: cosa dice la normativa
Farmaci a base di ormoni (per problemi riproduttivi o ginecologici nelle bovine) esistono, ma in UE il loro uso è strettamente regolato, con tempi di sospensione prima della macellazione e piani di monitoraggio sui residui.
Secondo i report più recenti dell’EFSA, i residui di farmaci veterinari (compresi quelli ormonali) negli alimenti di origine animale restano in genere bassi e sotto i limiti di sicurezza.
Questo non significa “zero rischio” in assoluto, ma significa che nel contesto europeo, la principale preoccupazione non sono gli animali dopati di ormoni per l’ingrasso (pratica vietata), bensì l’esposizione cronica a sostanze che imitano gli ormoni (endocrine disruptors) da più fonti diverse.
3. Fitormoni da ingredienti vegetali (soprattutto soia)
Molti mangimi, soprattutto per cani, contengono soia o derivati (farine, proteine isolate). La soia è ricca di fitoestrogeni (isoflavoni come genisteina e daidzeina), molecole vegetali che possono legarsi ai recettori degli estrogeni (Fonte: Phytoestrogens in Animal Origin Foods, Veterinary world, 2010.
Studi su mangimi commerciali hanno misurato concentrazioni significative di isoflavoni in diverse diete per cani a base di soia.
I dati sugli effetti sono contrastanti. Alcuni studi indicano che i fitoestrogeni possono modificare parametri ormonali (tiroide, estrogeni) e influenzare la fertilità in alcune condizioni (Fonte: Effects of dietary soy isoflavones on health, steroidogenesis, and thyroid gland function in dogs, American journal of Veterinary Resources, 2010).
Altri lavori più recenti sottolineano che diete a base di soia, se ben formulate, possono essere tollerate e persino utili, come aiutare a controllare il peso in gatti sterilizzati (Fonte: Effects of Isoflavone Intake on Energy Requirement, Satiety, and Body Composition of Neutered Adult Cats, MDPI, Animals, 2024).
Per il veterinario nutrizionista, la soia non è un veleno, ma un ingrediente da usare con attenzione in animali destinati alla riproduzione, e soggetti con patologie endocrine, oltre che cani e gatti con allergie o sensibilità alimentari.
4. Interferenti endocrini da imballaggi e ambiente
Poi ci sono le vere star negative del mondo moderno: gli interferenti endocrini (EDC), sostanze che mimano o disturbano l’azione degli ormoni.
Nel caso del pet food, le fonti principali possono essere imballaggi e contenitori (lattine, plastiche, rivestimenti), contaminazione ambientale della filiera, oggetti che l’animale mastica o lecca (giochi, ciotole, tappetini).
Studi su cani e gatti hanno rilevato nei loro corpi tracce di bisfenolo A (BPA) e ftalati, spesso collegati proprio a cibo, snack e giochi in plastica (Fonte: Canine toys and training devices as sources of exposure to phthalates and bisphenol A: Quantitation of chemicals in leachate and in vitro screening for endocrine activity, Chemosfere, 2013).
Alcune ricerche hanno anche mostrato che alcuni giochi e accessori per cani rilasciano BPA e ftalati in condizioni d’uso normale. Ed il BPA è stato trovato nel siero di cani nutriti con alimenti confezionati, con potenziali effetti sul metabolismo e sul sistema endocrino (Fonte: Bisphenol A (BPA) in the serum of pet dogs following short-term consumption of canned dog food and potential health consequences of exposure to BPA, Science of the Total Environment, 2017).
Quanto è diffuso il problema
Fitoestrogeni nei mangimi
Analisi su diverse diete canine commerciali mostrano che tutti i mangimi contenenti soia hanno livelli misurabili di fitoestrogeni, mentre quelli senza soia ne hanno quantità minime o non rilevabili.
Questo significa che se il cibo del cane o del gatto contiene soia o derivati, è molto probabile che contenga anche isoflavoni (ormoni vegetali). E non è automaticamente un male, ma è un elemento da considerare in caso di patologie mammarie o prostatiche, problemi di fertilità, patologie tiroidee.
BPA e ftalati: l’effetto plastica
Diversi studi hanno evidenziato che cani e gatti mostrano sono spesso sentinelle dell’inquinamento domestico, esposti a un mix di sostanze che include BPA, ftalati e altri composti presenti in plastiche, tessuti, polvere di casa, cibo confezionato (Fonte: Endocrine-Disrupting Chemicals and Their Effects in Pet Dogs and Cats: An Overview, Animals, 2023).
Ed hanno rilevato che l’esposizione a BPA e ftalati è quasi costante negli animali da compagnia,
le concentrazioni possono essere correlate alla dieta e all’uso di contenitori in plastica per il cibo.
Farmaci ormonali nella filiera europea
In UE, come visto, l’uso di ormoni per far crescere più velocemente gli animali è vietato e i controlli su residui di farmaci veterinari mostrano livelli generalmente bassi e rari superamenti.
Quindi, In Europa, più che cibo per animali pieno di ormoni, dovremmo parlare di cibo (e ambiente domestico) che espone a sostanze capaci di interferire con gli ormoni.
Che effetti possono avere su cani e gatti
Gli ormoni e gli interferenti endocrini possono interessare vari organi e funzioni:
- riproduzione: studi su fitoestrogeni suggeriscono possibili effetti su fertilità, sviluppo degli organi riproduttivi e cicli ormonali, soprattutto ad alte dosi o in fasi sensibili (cuccioli, gravidanza)
- tiroide: alcuni fitoestrogeni e interferenti endocrini possono modificare la funzione tiroidea, con possibili alterazioni del metabolismo, del peso e dell’energia
- metabolismo e peso: BPA, ftalati e altri EDC sono stati collegati, in studi su animali e esseri umani, a obesità e resistenza insulinica (i cosiddetti “obesogeni ambientali”)
- tumori ormono-dipendenti: l’esposizione a sostanze estrogeno-simili potrebbe teoricamente contribuire a tumori mammarî o prostatici, anche se nei singoli casi è difficile distinguere il peso della genetica, della sterilizzazione, dell’età e di altri fattori
- effetti neurocomportamentali: bisfenolo A e ftalati sono stati associati, in diversi modelli animali, a alterazioni del comportamento, dell’ansia e della socialità, proprio perché agiscono su vie ormonali che influenzano il cervello in sviluppo.
La chiave, dal punto di vista scientifico e veterinario, è la dose, la durata e il momento della vita (cucciolo, adulto, anziano, gravida).
Cosa dice il veterinario: il problema nella pratica clinica
Un veterinario che si occupa di endocrinologia e nutrizione oggi vede sempre più spesso:
- obesità e sovrappeso
- problemi alla tiroide
- patologie mammarie e prostatiche
- disturbi riproduttivi (calori irregolari, ridotta fertilità)
- patologie croniche complesse
È molto raro che si possa dire con certezza che è colpa di un determonato mangime. Invece, è più realistico è parlare di:
- effetto cumulativo: dieta, sedentarietà, sterilizzazione, inquinamento domestico, farmaci, genetica
- soggetti più vulnerabili: cuccioli/kitten, animali interi destinati alla riproduzione, animali con patologie
- endocrine preesistenti
Molti veterinari nutrizionisti, di fronte a un animale con problemi ormonali, rivedono la sua intera dieta, e poi valutano se ha senso ridurre o eliminare la soia o altre fonti di fitoestrogeni. inoltre, consigliano ciotole in acciaio o ceramica ed evitano di scaldare il cibo in contenitori di plastica.
E l’ultimo consiglio è di lavorare su peso forma e movimento, che restano i primi regolatori ormonali naturali.
Come limitare il problema: consigli pratici
Ecco una lista di azioni concrete che puoi mettere in pratica subito, da discutere con il tuo veterinario di fiducia.
1. Leggere davvero l’etichetta
Controllate gli ingredienti e se compaiono soia, farina di soia, proteine di soia, sappi che ci saranno anche fitoestrogeni.
Preferite sempre mangimi completi che rispettano gli standard FEDIAF e dichiarano in modo trasparente ingredienti e analisi nutrizionale.
Se il vostro pet ha problemi endocrini (tiroide, fertilità, tumori ormono-sensibili), parla col veterinario dell’eventuale scelta di:
- mangimi senza soia
- diete veterinarie specifiche
- diete casalinghe bilanciate da nutrizionista veterinario
2. Fare attenzione a plastica e calore
Evitate di riscaldare cibo per animali in vaschette o contenitori di plastica monouso (microonde, acqua molto calda): il calore aumenta il rilascio di BPA e ftalati.
Meglio sempre usare ciotole in acciaio inox o ceramica per cibo e acqua. E sostituite periodicamente ciotole, contenitori e giochi in plastica vecchi, rigati o consumati, che possono rilasciare più sostanze.
3. Diversificare fonti e tipo di alimentazione
Non basate la dieta solo su un unico prodotto per anni, occorre alternare linee (sempre complete e bilanciate) per ridurre l’esposizione continuativa agli stessi composti.
Usate snack naturali (adatti alla specie e sicuri) al posto di molti premi industriali confezionati in plastiche sottili.
4. Valutare con il veterinario i casi sensibili
In questi casi, è particolarmente importante discutere di ormoni e interferenti endocrini:
- cane/gatto con tumore mammario, testicolare, prostatico
- animali destinati alla riproduzione
- patologie tiroidee o surrenaliche
- cuccioli e gattini nelle prime fasi di vita
- animali con disturbi comportamentali complessi in cui si sospetta un ruolo ormonale
Il veterinario può proporre un cambio di mangime, oppure una dieta casalinga bilanciata, e chiedere degli esami del sangue per monitorare ormoni e funzionalità tiroidea, e degli interventi sullo stile di vita (peso, esercizio, arricchimento ambientale).
5. Non dimenticare i regolatori naturali: peso e movimento
Gli ormoni non si regolano solo dalla ciotola:
- il sovrappeso altera l’equilibrio ormonale (le cellule adipose producono sostanze attive),
- la sedentarietà influisce su insulina, cortisolo, ormoni sessuali.
Una dieta corretta, quantità adeguate e movimento quotidiano restano la prima terapia ormonale naturale per il tuo animale.
6. Come parlarne al veterinario
Se questo tema vi preoccupa, portate la questione in ambulatorio in modo costruttivo.
Con la foto delle etichette degli alimenti e snack che usate, chiedete al medico se l’alimento contiene soia o altre fonti di fitoestrogeni. E se è un problema per il vostro cane/gatto in particolare, per la sua patologia (tiroide, tumore, infertilità), e se ha senso cambiare tipo di mangime.
Chiedete anche quali ciotole e contenitori vi consiglia per ridurre l’esposizione a plastificanti, e concordate eventuali cambi graduali, senza fare da solo cambi drastici che possono causare problemi gastrointestinali.
Conclusione
Non è un mito da sfatare, ma problema reale da gestire Dire che il cibo per animali è pieno di ormoni è una semplificazione che non aiuta, perché in Europa gli ormoni usati come promotori di crescita sono vietati, e i residui di farmaci veterinari sono sotto controllo.
Il vero tema sono fitormoni, interferenti endocrini da plastica e inquinanti ambientali, che agiscono a basse dosi e nel lungo periodo. Ed il rischio varia da animale ad animale, e va sempre letto nel contesto di dieta, stile di vita e salute generale.
La buona notizia è che non siamo impotenti:
- possiamo scegliere meglio mangimi e snack
- usare ciotole e contenitori più sicuri
- lavorare su peso, movimento e benessere globale
- confrontarci con il veterinario per i casi sensibili
Più che demonizzare le crocchette, ha senso imparare a leggere le etichette, ridurre l’eccesso di plastica e fare squadra con il proprio veterinario per dare ai nostri compagni di vita un ambiente e una dieta davvero amici degli ormoni.
Altro su cibo e sicurezza
Ultimo aggiornamento il 1 Dicembre 2025 da Rossella Vignoli
Iscrivetevi alla newsletter di Tuttogreen.it per rimanere aggiornati sulle ultime novità.