Alla Mostra del Cinema di Venezia 2014 anche il premio per il film più eco
La Mostra del Cinema di Venezia non è più solo pomposità, red carpet, glamour, moda, gossip e qualche film interessante. Da un paio di anni ha anche una certa attenzione per l’ambiente, con l’istituzione del Green Drop Award, il premio che viene assegnato al film che meglio interpreta la sostenibilità tra quelli in gara alla Mostra.
E’ assegnato da Green Cross Italia e dalla Città di Venezia. Quest’anno si è aggiunto il sostegno dell’ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide e dell’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).
A comporre la giuria, nell’edizione da poco conclusasi, c’erano Silvia Scola e i due giurati Blasco Giurato (direttore della fotografia) e Chiara Tonelli, esperta di eco-architettura. La premiazione, a bordo della Ms Turanor Planet Solar, la nave solare più grande del Mondo, è arrivata durante la kermesse veneziana.
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Il premio non è il classico Leone d’oro alato – simbolo di Venezia – ma una goccia in vetro soffiato che racchiude una manciata di terra proveniente dall’Antartide.
Quest’anno in concomitanza con il vinitore ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia, il Green Drop Award è stato assegnato al film più green: “The postman’s white nights” di Andrej Končalovskij, che racconta la storia di uno sperduto villaggio russo che sorge sulle rive del lago Kenozero. A collegare i suoi pochi abitanti al resto del mondo solo un postino, che raggiunge il paese in barca, attraversando il lago.
Al villaggio si vive come in un’epoca primitiva, sopravvivendo con quel poco che hanno, e senza le fondamentali organizzazioni. Non c’è sindaco, servizi sociali o lavoro. La donna, di cui il postino è innamorato, va a vivere in città e la barca del postino si rompe. Così lui decide di seguirla ma dopo non molto torna al villaggio, senza un reale motivo.
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A fare da contraltare c’è, nelle vicinanze, una base aeronautica, che usa tutte le più moderne tecnologie, un contrasto tra antico e moderno, tradizione e tecnologia, che mette a confronto due mondi diversi, dunque.
Si tratta di un’opera che ci offre – si legge nella motivazione – una riflessione sui “rapporti fra gli Uomini e con la Natura, il cui futuro è nelle nostre mani se solo vorremo assumercene la responsabilità”.
Le due precedenti edizioni hanno visto la vittoria di Peter Brosens e Jessica Woodworth nel 2012 e Amos Gitai lo scorso anno, ritenuti dalla giuria di qualità veicolo di promozione delle buone pratiche di sostenibilità.
Speriamo però che si colgano i loro messaggi.
Ultimo aggiornamento il 24 Marzo 2024 da Rossella Vignoli