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Che posto hanno le energie pulite nelle elezioni USA?

Da una parte un Barack Obama molto prudente, dall’altra un Mitt Romney che non ci vuol sentire molto al capitolo ‘energie rinnovabili’. Nei due dibattiti per le elezioni presidenziali USA, i contendenti alla Casa Bianca si sono affrontati senza esclusione di colpi anche sui temi delle fonti alternative e della green economy.

Che posto hanno le energie pulite nelle elezioni USA?

Il democratico Obama, che punta alla riconferma, ha cercato di dimostrare come la politica promossa sotto la sua guida in favore dell‘eolico, delle fonti rinnovabili e del gas di scisto abbia permesso di ridurre le importazioni di petrolio rispetto alla precedente gestione Bush.

Obama crede nel valore positivo dell’energia pulita, in termini di salvaguardia dell’ambiente e creazione di posti di lavoro, ed intende portare avanti una politica di forti investimenti. Argomentazioni che convincono le organizzazioni ambientaliste, assolutamente lontane per contro rispetto alla posizione del repubblicano Romney, assunto a simbolo di un deleterio ritorno ai combustibili fossili e alle fonti inquinanti.

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A dirla tutta, i due sfidanti seguono una linea molto simile in materia: per soddisfare il crescente fabbisogno energetico americano, entrambi sostengono che l’energia nucleare e le trivellazioni petrolifere devono essere considerate parte fondamentale delle fonti da utilizzare, seppure all’interno delle aree protette e delle “Public Land“.

Sia Romney che Obama sono poi a favore del cosiddetto ‘carbone pulito’ (ma esiste?) con riduzione del suo impatto in atmosfera grazie ai più tecnologici metodi di cattura e sequestro delle emissioni di anidride carbonica, anche se l’aumento del consumo di gas, che costa molto poco rispetto al carbone, ha già portato alla chiusura di 120 centrali a carbone dichiarate obsolete ed inquinanti.

C’è convergenza anche riguardo all’interesse per il gas naturale, e il contestato fracking, la tecnica per estrarre attraverso l’iniezione di acqua e sostanze chimiche il gas di scisto. Tuttavia l’amministrazione Obama sta cominciando ad intervenire dove il fracking ha forti impatti ambientali sulle riserve di acqua dolce.

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A dividere, e nettamente, è invece la posizione sulle rinnovabili. Romney e i neoconservatori sono su posizioni ancora più arretrate persino rispetto dell’era Bush, al punto  da opporsi anche agli incentivi federali per l’energia eolica. Obama, per contro, punta sulle opportunità di impiego offerte dalle tecnologie pulite, da fonti alternative e smart grid. Il presidente crede fortemente anche nei veicoli elettrici, come parte della soluzione della mobilità del futuro, per la ripresa dell’economia nazionale, e in ottica anche di sostegno verso i paesi più poveri.

Non mancano, ovviamente, le motivazioni elettorali: l‘eolico è estremamente popolare negli Stati del Midwest, come l’Iowa, dove i ricavi dell’energia prodotta dalle pale eoliche stanno salvando dal fallimento molte aziende agricole a conduzione familiare. Secondo un recente rapporto, il sostegno federale alle energie rinnovabili è il 10% dei sussidi di lunga data per l’industria dei combustibili fossili.

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In attesa del terzo e decisivo confronto, in Florida, gli americani hanno avuto occasione per farsi un’idea sulle proposte programmatiche dei 2 candidati. Riguardo agli argomenti più vicini al nostro portale, ci sentiamo di pendere dalla parte di Obama che, pur se in maniera molto timida, sembra avallare  scelte di maggiore apertura verso le tematiche di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente.

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