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Città virtuose o effetto crisi? A Torino inquinamento giù del 26% negli ultimi 6 mesi

Crisi economica, congiunture meterologiche favorevoli, un pendolarismo cittadino in cui mezzi pubblici e biciclette sono tornati prepotentemente di moda. E così, ecco che la città di Torino si mostra in salute come non mai, capace di tagliare le emissioni di polveri sottili di ben 26 punti percentuali.

Città virtuose o effetto crisi? A Torino inquinamento giù del 26% negli ultimi 6 mesi

Il dato, per quanto circoscritto dall’ARPA alla misurazione del bimestre febbraio-marzo 2013, conferma un trend di progresso per l’aria del capoluogo piemontese, per decenni e fino a poco tempo fa in testa nella poco edificante classifica dei centri più inquinati della penisola e non solo: addirittura, secondo alcune rilevazioni, il capoluogo piemontese sarebbe nella top ten mondiale per livelli di concentrazione di PM10 nell’aria.

Gli sforzi e gli investimenti operati in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, a distanza di anni stanno restituendo ottimi risultati. La viabilità è decisamente più fluida, gli ingorghi sulle arterie più battute sono un ricordo, ed anche i residenti ci mettono del loro, lasciando sempre più spesso l’automobile in garage per muoversi con tram, metrò, bus e biciclette.

Scelte che – ammettiamo – sono anche un po’ obbligate, dettate dal pesante clima recessivo.

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Risultato? Nel periodo ottobre 2012-marzo 2013 la media delle polveri sottili è stata di 56,2 mcg/mc con 95 superamenti del limite, mentre nel semestre ottobre 2011-marzo 2012 era stata di 76,3 mcg/mc. Un 26% in meno che diventa un 32% in meno se si circoscrive la rilevazione al trimestre gennaio-marzo 2013. Il tutto senza blocchi del traffico o iniziative di targhe alterne.

All’ombra della Mole si respira aria più pulita, indicatore perfetto di questa svolta è il ritorno delle api nei parchi cittadini. Dal Consiglio comunale fanno notare che addirittura il miele prodotto nelle arnie taurinensi risulti meno inquinato della maggior parte dei mieli prodotti in Piemonte.

Agli amministratori torinesi, dunque, non resta che suggerire di proseguire su questa strada.

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